Dissesto - via all'indice di riparto. Lombardia in testa ai finanziamenti
Via al sistema che renderà stabile la ripartizione dei fondi in materia di dissesto idrogeologico.
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L’Unità di missione Italia Sicura ha appena approvato l’indice di riparto sulla messa in sicurezza del territorio. Servirà a distribuire il denaro stanziato in questo settore sulla base di criteri scientifici e statistici e non più sulla base di una scelta politica del momento. Tramite questo nuovo schema a ogni Regione saranno assegnati degli indicatori e, quindi, le risorse. In testa alla classifica si piazza, così, la Lombardia. Subito dietro ci sono Emilia Romagna, Toscana, Sicilia e Piemonte. Al Nord viene dato, complessivamente, un peso maggiore, con circa il 60% dei fondi.
Il nuovo indice
Il testo contiene, allora, una novità essenzialmente tecnica che avrà un grande impatto sugli stanziamenti in materia di messa in sicurezza del territorio. Tutti i fondi messi a disposizione dal Governo in questo settore saranno divisi utilizzando questo indicatore.
Alla divisione finale l’Unità di missione guidata da Erasmo D’Angelis e Mauro Grassi è arrivata mettendo insieme una serie di dati analitici che potessero fotografare lo stato di salute dei diversi territori. Al lavoro, oltre a Palazzo Chigi, hanno collaborato gli uffici tecnici dell’Ispra.
La composizione dei parametri
Nello specifico è stata pesata l'estensione in chilometri quadrati delle diverse Regioni. Poi, è stato conteggiato il numero di persone residenti nelle diverse aree. Ancora, sono stati calcolati alcuni indicatori di rischio relativi alle frane, alle alluvioni, all’erosione costiera e alle valanghe. Il principio è che un indice di rischio più alto significa che c’è una maggiore urgenza di intervenire.
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La mappa del rischio
Dalla somma di tutti questi elementi è venuto fuori un parametro unificato, che consente di scattare una fotografia di sintesi della mappa del rischio italiano e delle risorse che, nei prossimi anni, arriveranno nelle diverse Regioni.
Lombardia in testa
Alla Lombardia è stato assegnato un coefficiente del 9,5%, poi c’è l’Emilia Romagna con il 7,8%, alla Toscana è andato il 7,7%, alla Sicilia e al Piemonte il 7,6%. Poi, ci sono altre aree come la Puglia, la Campania, il Lazio e il Veneto con un indice vicino al 6%. A livello generale, le Regioni del Nord incassano circa il 60%, mentre quelle del Sud il restante 40 per cento.
I correttivi ai parametri
Anche se, per comprendere come saranno orientati i fondi nei prossimi anni, bisogna considerare due elementi. Il primo è che alcune Regioni più piccole, come la Basilicata o il Molise, riceveranno un bonus, perché altrimenti sarebbero state troppo penalizzate dalla loro dimensione. Il secondo elemento riguarda i vincoli per la divisione degli FSC, che solitamente alimentano i finanziamenti per il dissesto. Resta, infatti, l’obbligo di destinare almeno l’80% del denaro al Mezzogiorno.
Aggiornamenti periodici
L’indice, una volta pubblicato, sarà aggiornato periodicamente. Una volta all’anno Palazzo Chigi avrà il compito di verificare i diversi dati e modificarli, correggendo l’indice dell’anno precedente. In linea teorica, allora, più risorse arrivano nelle diverse Regioni, meno fondi saranno attribuiti, perché calerà il livello di rischio.
La conferma di Italia Sicura
Infine, c’è una notizia importante che riguarda l’Unità di missione Italia Sicura. Con la nascita del Governo Gentiloni, la struttura era automaticamente decaduta. Serviva un atto formale di riconferma per proseguire il lavoro avviato con l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Quell’atto è appena arrivato: restano così in sella il capo dell’Unità, Erasmo D’Angelis e il responsabile tecnico della struttura, Mauro Grassi.