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Coronavirus: ISMEA, l'agroalimentare italiano resiste ma preoccupano manodopera e ristorazione

 

Coronavirus: rapporto ISMEA domanda e offerta prodotti alimentariNonostante il forte impatto del coronavirus sull'economia italiana, il settore agroalimentare sta resistendo. Preoccupano nel medio termine lo stop del settore della ristorazione e l'assenza di manodopera nei campi.

Coronavirus: ISMEA, provvedimenti straordinari per le imprese agricole

Questi i principali risultati che emergono dal rapporto ISMEA sulla domanda e offerta dei prodotti alimentari nelle prime settimane di diffusione del virus Covid 19.

Un rapporto elaborato grazie al monitoraggio delle filiere agroalimentari, a seguito dell'evolversi dell'emergenza sanitaria e del protrarsi delle misure restrittive per il contenimento del contagio, che ha analizzato l'evoluzione delle principali variabili dei mercati nelle diverse fasi di scambio (origine, ingrosso e dettaglio).  

ISMEA: la resistenza del settore agroalimentare

L'analisi restituisce l'immagine di un comparto che, con l'eccezione rappresentate dal florovivaismo e dalla pesca, risente meno della situazione di crisi e, nonostante la necessità di affrontare numerose criticità, è ancora sotto controllo in termini di tenuta e capacità di garantire l'approvvigionamento dei mercati finali.

A subire maggiormente il contraccolpo dell'epidemia è la fase industriale. Secondo lo studio l’84% degli intervistati dichiara di essere in difficoltà, contro il 51% degli agricoltori interpellati. Le notevoli difficoltà riscontrate dagli operatori dell’industria alimentare hanno addirittura costretto il 15% degli intervistati a interrompere momentaneamente l’attività, per mancanza di servizi logistici, per carenza di personale o per l’impossibilità di rispettare le prescrizioni in materia di sicurezza e tutela della salute dei dipendenti.

Per quanto riguarda invece la fase agricola, a patire meno della crisi sono quelle imprese che al momento sono meno attive rispetto ad altri periodi dell’anno: quelle dei cereali e dell’olivo

In difficoltà, invece, nel comparto della zootecnia da carne, che insieme a quello del vino, è tra quelli che lamentano maggiormente una flessione delle vendite. In generale, è quest’ultima la principale problematica che le aziende agricole stanno vivendo (50% dei casi). Passando all’industria, salumi, vino, lattiero-caseario e ortofrutta sono tra i segmenti che più stanno soffrendo della situazione straordinaria.

Come per la fase primaria, anche per le imprese di trasformazione, la flessione degli ordini è la principale difficoltà (69% dei casi), particolarmente sentita dagli operatori delle carni rosse, degli elaborati di carne, della trasformazione ortofrutticola, di quella lattiero-casearia e del vino.

Per approfondire: cosa prevede il decreto Cura Italia per agricoltura e pesca 

Potenziali criticità future 

Anche se il comparto agroalimentare è fra i meno investiti dalla tempesta economica di queste settimane, la veloce evoluzione del contesto, anche a livello internazionale, potrebbe rapidamente mutare gli scenari in cui stanno operando i settori.

"Già rispetto alle prime settimane di crisi analizzate nel rapporto la situazione complessiva è mutata in maniera anche radicale. La progressiva chiusura del canale Horeca, non solo a livello nazionale ma anche internazionale, ad esempio, ha sottratto un canale di sbocco importantissimo per i prodotti di posizionamento alto e medio-alto (per esempio vino o formaggi) e che assorbe percentuali rilevanti dei flussi complessivi di export", si legge nel rapporto ISMEA.

In prospettiva poi potrebbero emergere ulteriori difficoltà. Ad esempio, nelle imprese comincia a essere problematica la carenza di manodopera, a cui si aggiungono criticità a livello di logistica e trasporti.

Altre complicazioni, sia per l’agricoltura sia per l’industria, sono la sospensione delle fiere, dalla quale derivano minori contatti con i potenziali clienti e problemi a smaltire la produzione preparata ad hoc, le assenze dei dipendenti e le difficoltà ad attuare le misure di prevenzione nell’ambiente di lavoro. 

Infine, la possibile chiusura delle frontiere di alcuni Paesi esteri potrebbe causare disagi per l'approvvigionamento di materie prime da trasformare o di prodotti finiti per il quale il nostro Paese non è autosufficiente.

> Consulta il Rapporto completo ISMEA

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