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Aiuti di Stato e giustizia ambientale: la Commissione approva modifiche alle norme

Foto di Markus Spiske da UnsplashLa Commissione Europea ha adottato le modifiche alle norme in materia di aiuti di Stato per garantire ai cittadini un migliore accesso alla giustizia su questioni ambientali. 

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L’adozione delle modifiche alla normativa da parte della Commissione fa seguito ad una consultazione avviata da Bruxelles per indagare, in particolare, l’interazione tra le norme sugli aiuti di Stato e la convenzione di Aarhus, il cui obiettivo è quello di proteggere il diritto di ogni cittadino a vivere in un ambiente sano e di garantire tre diritti ambientali fondamentali, tra cui l’accesso alla giustizia su questioni ambientali

Quest’ultimo diritto previsto dalla convenzione è stato al centro del processo di consultazione che si è concluso lo scorso 21 marzo ed è l'oggetto delle modifiche appena adottate dalla Commissione. 

Più in dettaglio, la normativa aggiornata prevede che l’Esecutivo dell’UE consenta alle ONG di chiedere alla Commissione di riesaminare determinate decisioni in materia di aiuti di Stato al fine di stabilire se esse violino il diritto ambientale dell’UE. 

Il nuovo meccanismo di riesame adottato da Bruxelles dà seguito alle conclusioni del comitato di controllo dell’osservanza della convenzione di Aarhus relative al caso di non conformità ACCC/2015/128, relativo alla possibilità per i cittadini di contestare le decisioni sui provvedimenti di aiuti di Stato adottati dalla Commissione ai sensi del TFUE. 

Tale caso, sottolinea l’Esecutivo europeo, ha dimostrato che le terze parti come le ONG ambientaliste hanno un ruolo importante nelle procedure sugli aiuti di Stato, dal momento che possono contribuire con osservazioni alle eventuali decisioni della Commissione circa l'apertura di indagini formali, e possono presentare inoltre dei reclami nel caso di aiuti di Stato in contrasto con la normativa europea. Le ONG, infine, possono anche impugnare direttamente davanti a tribunali nazionali le decisioni della Commissione. 

“L'Unione europea, in qualità di parte della convenzione di Aarhus, ne è vincolata ed è fermamente impegnata a rispettare i propri obblighi internazionali. La protezione dell'ambiente è una priorità assoluta dell'agenda della Commissione e vogliamo rimanere all'avanguardia in quest'ambito a livello internazionale. Questo nuovo meccanismo di riesame trova il giusto equilibrio tra l'accesso alla giustizia nel settore del diritto ambientale dell'Unione e le specificità della procedura in materia di aiuti di Stato”, ha commentato Teresa Ribera, Vicepresidente esecutiva per una Transizione pulita, giusta e competitiva.

Per approfondire: cosa prevede la convenzione di Aarhus

Aiuti di Stato e giustizia ambientale: il nuovo meccanismo di riesame

Il riesame stabilito dalle modifiche alla normativa adottate dalla Commissione prevede in particolare le seguenti condizioni contenute nell’aggiornamento del codice delle migliori pratiche per gli aiuti di Stato: 

  • qualsiasi ONG che soddisfi una serie di criteri può presentare una richiesta di riesame. Tali criteri riguardano l'indipendenza delle ONG, la natura e l'attività senza scopo di lucro in relazione alla richiesta, nonché la comprovata esperienza nel settore dell'ambiente;
  • gli atti che possono essere oggetto di richiesta di riesame sono decisioni definitive in materia di aiuti di Stato che concludono un procedimento d'indagine formale avviato ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) constatando che una misura è compatibile con il mercato interno ("decisione positiva") o può essere compatibile a determinate condizioni ("decisione condizionale"). Il riesame può essere richiesto per tutti i motivi di compatibilità ai sensi del TFUE per l'autorizzazione di aiuti di Stato, ad eccezione delle decisioni definitive adottate a norma dell'articolo 107, paragrafo 2, TFUE ("aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori" e "aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali"), e dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE per quanto riguarda gli aiuti "destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro";
  • le ONG ammissibili dovrebbero dimostrare che l'attività sovvenzionata o uno qualsiasi degli aspetti della misura di aiuto di Stato approvati dalla decisione della Commissione violano una o più norme specifiche del diritto ambientale dell'UE;
  • la richiesta dovrà essere presentata mediante un modulo entro otto settimane dalla pubblicazione della decisione in materia di aiuti di Stato nella Gazzetta ufficiale. Successivamente, la Commissione risponderà entro 16 settimane dalla scadenza del termine di otto settimane (termine che può essere esteso a 22 settimane in casi giustificati) e, in seguito, pubblicherà le richieste e le risposte su un sito web dedicato;
  • i richiedenti possono contestare la risposta della Commissione dinanzi alla Corte di giustizia dell'UE.

Infine, la modifica del regolamento di esecuzione impone agli Stati membri di confermare nel modulo di notifica dell'aiuto di Stato che né l'attività sovvenzionata né la misura di aiuto violano il diritto ambientale dell'UE.

“Nel quarto trimestre del 2025”, fanno sapere da Bruxelles, “la Commissione pubblicherà sul suo sito web orientamenti sulla nozione di legame indissolubile, condizione necessaria per accertare una violazione del diritto ambientale dell'UE in una procedura in materia di aiuti di Stato”.