Dall'esonero contributivo al contributo mensile, come cambia il bonus mamme
Nel 2025, le madri lavoratrici dipendenti e autonome con figli a carico potranno usufruire di un contributo diretto esentasse di 40 euro mensili. A stabilirlo è il decreto legge n. 95/2025, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che ha rinviato al 2026 l'attivazione dell'esonero contributivo previsto dalla legge di Bilancio 2025.
Dal bonus nuove nascite al congedo parentale: cosa prevede la Manovra 2025 per le famiglie
Introdotto dalla legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 180-181), il bonus mamme consisteva in uno sgravio contributivo in busta paga che spettava alle lavoratrici madri con figli a carico in possesso di una serie di requisiti.
Questa agevolazione è stata poi rimodulata dalla Manovra 2025 (articolo 1, comma 219-220), che da un lato ha ampliato la platea di beneficiarie alle lavoratrici a tempo determinato e a quelle autonome, e dall'altro ha introdotto alcune restrizioni per l'accesso al sussidio.
Successivamente, il decreto legge Economia (ossia il DL n. 95/2025) ha rinviato di un anno, al 2026, l’attuazione dell’esonero contributivo previsto dalla finanziaria 2025 e ha introdotto per l'anno in corso un contributo 'ponte': un "nuovo bonus mamme" destinato alle madri con due figli (fino al compimento del decimo anno di quello di età inferiore) e alle madri con più di due figli (fino al compimento del diciottesimo anno di quello più giovane) con reddito da lavoro non a tempo indeterminato e subordinato.
Mamme lavoratrici: a chi spetta il contributo fino a 480 euro?
Per il 2025, viene riconosciuto un bonus alle lavoratrici madri dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, e alle autonome, purché iscritte a una gestione previdenziale obbligatoria tra cui le Casse di previdenza professionali e la gestione separata dell'INPS, con due figli e fino al mese del compimento del decimo anno da parte del più piccolo, che presentino domanda all’INPS. Si tratta di un contributo, non imponibile ai fini fiscali e contributivi, pari a 40 euro mensili, per ogni mese o frazione di mese di vigenza del rapporto di lavoro o dell’attività di lavoro autonomo, da corrispondere alla madre titolare di reddito da lavoro non superiore a 40 mila euro su base annua.
La stessa somma è riconosciuta anche alle madri lavoratrici - dipendenti e autonome, sempre con l'esclusione del lavoro domestico - con più di due figli e fino al mese di compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo, titolari di reddito la lavoro non superiore a 40 mila euro su base annua.
La condizione di accesso valida per tutte è che il reddito da lavoro non consegua da attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato e, in ogni caso, per le mensilità non coincidenti con tale tipologia di attività da lavoro.
Le mensilità spettanti decorrono dal 1° gennaio 2025 fino alla mensilità di novembre e sono corrisposte a dicembre, in unica soluzione, in sede di liquidazione della mensilità relativa al medesimo mese di dicembre 2025, fino a un massimo di 480 euro. I costi sono valutati in 480 milioni per il 2025 e 13 milioni per l'anno successivo.
Esonero contributivo mamme 2026: come funziona e a chi spetta?
L'introduzione del bonus mamme 2025 da 480 euro deriva dal fatto che il DL 95/2025 ha posticipato di un anno l'entrata in funzione dello sgravio contributivo previsto dalla Manovra 2025 che, dunque, sarà attivo dal 2026, facendo salva però la struttura complessiva dell'agevolazione.
L’agevolazione sarà valida sia per le lavoratrici autonome, escluse dal bonus nel 2024, sia per quelle con rapporto a tempo determinato. Nel primo caso, il sussidio spetta alle lavoratrici autonome che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario.
Per beneficiare del bonus, le lavoratrici devono essere madri di due o più figli e l'aiuto può essere erogato fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Inoltre, a partire dal 2027, si prevede che le lavoratrici madri di tre o più figli potranno godere dell’esonero fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più giovane.
Il bonus mamme spetterà solo a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40 mila euro su base annua (salvo per le lavoratrici autonome, per cui si prevede uno specifico strumento di valutazione). Resta ferma, invece, l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Se nel 2024 lo sgravio sui contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico delle lavoratrici è stato del 100%, dal 2026 sarà parziale.
L’entità del bonus, insieme ad altri dettagli operativi, verranno definiti da un apposito decreto attuativo MEF-MLPS, ancora non emanato. A tal proposito, l'INPS nel messaggio n. 401/2025 ha reso noto che fornirà le indicazioni per la disciplina e la gestione della nuova versione della misura solo a seguito dell’adozione del suddetto decreto.
Sgravio contributivo madri lavoratrici: dall'INPS le regole 'ponte'
I bonus mamme 2025 e 2026 prima descritti prendono le mosse, se così si può dire, da quanto previsto nel 2024 quando le lavoratrici madri hanno potuto beneficiare di un esonero del 100% dei contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti), per uno sconto fino a 250 euro al mese, nel limite quindi di 3 mila euro annui.
Nonostante la generalità del nome, infatti, il bonus non riguardava tutte le madri lavoratrici perchè spettava solo in presenza di un contratto subordinato a tempo indeterminato, escludendo quindi chi svolge lavoro autonomo o con contratto a tempo determinato.
In base a quanto previsto dalla norma istitutiva, per il triennio 2024/2026 questo incentivo è riservato alle madri di tre o più figli, di cui il più piccolo di età inferiore a 18 anni, mentre per il solo 2024, la misura spettava anche alle madri con due figli, di cui il più piccolo di età inferiore a 10 anni.
A tal proposito, l’INPS, con il messaggio n. 401 del 31 gennaio 2025, ha confermato che l’agevolazione per le madri con due figli è venuta meno al 31 dicembre 2024. Mentre, per quanto riguarda l’esonero contributivo previsto in favore delle lavoratrici madri di tre o più figli, il bonus trova applicazione fino al 31 dicembre 2026.
Questa seconda agevolazione, ha precisato l’INPS, spetta anche nell'ipotesi in cui la nascita (o l’affido/adozione) del terzo figlio si verifichi nel corso del 2025 o del 2026. In questo caso, il bonus sarà applicato a partire dal mese della nascita/entrata in famiglia (fermo restando il requisito di un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato). Non cambiano le modalità di fruizione già adottate per il 2024, sono le stesse indicate dall’INPS nella circolare n. 27/2024.
Per approfondire: Sgravio contributivo mamme 2024, come funziona e i chiarimenti INPS