Agenda digitale - DESI 2017, Italia in ritardo rispetto a media UE
L'edizione 2017 dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) rivela il ritardo dell'Italia rispetto ai partner europei.
> Agenda digitale – DESI 2016, Italia agli ultimi posti
> Agenda digitale - le sfide dell'Italia
Dall'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) del 2017 si evince che l'UE registra dei progressi, ma il divario tra i Paesi all'avanguardia nel digitale e i Paesi che registrano le prestazioni meno soddisfacenti è ancora troppo ampio. Sono necessari sforzi e investimenti aggiuntivi per sfruttare al meglio il mercato unico digitale.
La Commissione europea ha pubblicato i risultati dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) del 2017, uno strumento che illustra la prestazione dei 28 Stati membri in una varietà di settori che vanno dalla connettività e le competenze digitali alla digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici.
Andrus Ansip, vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: "Gradualmente l'Europa si sta digitalizzando, ma molti Paesi devono intensificare i propri sforzi. Tutti gli Stati membri dovrebbero investire di più al fine di trarre pieno vantaggio dal mercato unico digitale. Non vogliamo un'Europa digitale a due velocità. Dobbiamo lavorare insieme per fare dell'UE un leader del mondo digitale".
Nel complesso l'UE ha compiuto progressi e migliorato la sua prestazione digitale di 3 punti percentuali rispetto all'anno scorso, ma i progressi potrebbero essere più rapidi e la situazione varia da uno Stato membro all'altro (il divario digitale tra il primo e l'ultimo classificato è 37 punti percentuali, rispetto a 36 p.p. nel 2014). Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi rimangono in testa alla classifica del DESI di quest'anno, seguiti da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Estonia e Austria. I 3 Paesi più digitalizzati dell'UE sono anche in testa alla classifica mondiale, superando la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti.
La Slovacchia e la Slovenia sono i Paesi dell'UE che hanno registrato i maggiori progressi. Nonostante alcuni miglioramenti, vari Stati membri, tra cui Polonia, Croazia, Italia, Grecia, Bulgaria e Romania, sono ancora in ritardo in termini di sviluppo digitale rispetto alla media dell'Unione.
La Commissione ha già presentato tutte le principali iniziative della sua strategia per il mercato unico digitale. Il Parlamento europeo e gli Stati membri sono incoraggiati ad adottare queste proposte al più presto, in modo che l'Europa possa sfruttare al massimo le opportunità del digitale.
Tenendo conto di quanto emerso dal DESI, la Commissione pubblicherà in maggio il suo esame intermedio della Strategia per il mercato unico digitale al fine di individuare gli ambiti in cui potrebbero essere necessari ulteriori sforzi o proposte legislative per affrontare le sfide del futuro.
Dall'indice della digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) emerge che:
La connettività è migliorata, ma è ancora insufficiente per far fronte al fabbisogno futuro.
- Il 76% delle famiglie europee ha accesso alla banda larga ad alta velocità (almeno 30 Mbit/s) e in alcuni Stati membri una percentuale significativa di tali famiglie ha già accesso a reti che offrono una velocità di 100 Mbit/s o più. Oltre il 25% delle famiglie ha sottoscritto un abbonamento alla banda larga veloce.
- Gli abbonamenti ai dati mobili sono in aumento, passando da 58 abbonati ogni 100 abitanti nel 2013 a 84 nel 2016.
- I servizi mobili 4G coprono l'84% della popolazione dell'UE.
Tuttavia, questi progressi non sono sufficienti per affrontare le crescenti esigenze future di rapidità, qualità e affidabilità dei collegamenti. Il traffico Internet cresce del 20% l'anno, e di oltre il 40% l'anno sulle reti mobili. Il Parlamento europeo e il Consiglio stanno attualmente discutendo le proposte della Commissione relative alla revisione delle norme UE in materia di telecomunicazioni e all'incentivazione degli investimenti nelle reti ad altissima capacità per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini europei, parallelamente agli obiettivi strategici della società del gigabit all'orizzonte 2025.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi in termini di assegnazione dello spettro armonizzato, che ora comprende la banda a 700 MHz, in modo che la prossima generazione di reti di comunicazione (5G) possa essere ampiamente utilizzata a partire dal 2020. Il coordinamento dello spettro radio nell'UE è essenziale per assicurare la copertura senza fili e nuovi servizi transfrontalieri. Inoltre, i comuni di tutta Europa avranno presto la possibilità di richiedere un finanziamento per installare il Wi-Fi gratuito nei loro spazi pubblici nell'ambito dell'iniziativa WiFi4EU della Commissione.
L'UE può contare su un numero maggiore di esperti digitali rispetto al passato, ma permangono divari di competenze.
- L'UE vanta un maggior numero di laureati in discipline scientifiche, tecnologiche, in ingegneria e in matematica rispetto agli anni precedenti (19 laureati per 1000 giovani sui 20 anni).
- Più specialisti trovano un impiego nelle TIC rispetto al passato (3,5% nel 2015 rispetto al 3,2% nel 2012).
- Quasi la metà dei cittadini europei (44%) continua a non possedere competenze digitali di base, che consenta loro, ad esempio, di utilizzare la posta elettronica o strumenti di editing o di installare nuovi dispositivi.
La Coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, avviata nel dicembre 2016 nel quadro della Nuova agenda per le competenze per l'Europa sta lavorando assieme agli Stati membri, l'industria e i partner sociali per sviluppare un ampio bacino di talenti digitali e garantire che i singoli individui e la forza lavoro in Europa possiedano adeguate competenze digitali.
I cittadini europei vantano sempre maggiori competenze digitali.
- il 79% dei cittadini europei si connette a Internet almeno una volta alla settimana, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2016;
- il 78% degli utenti della rete utilizza Internet per giocare o per scaricare musica, film, foto o giochi;
- il 70% degli internauti europei legge giornali online (64% nel 2013);
- il 63% utilizza le reti sociali (57% nel 2013);
- il 66% fa acquisti online (61% nel 2013);
- il 59% utilizza i servizi bancari online (56% nel 2013);
- il 39% utilizza Internet per fare telefonate (33% nel 2013).
Nell'ambito della strategia per il mercato unico digitale, la Commissione si sta adoperando per rafforzare la fiducia nei confronti dell'ambiente online. Le nuove norme dell'UE sulla protezione dei dati entreranno in vigore nel maggio 2018, e saranno accompagnate da nuove norme sulla tutela della privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche. La Commissione si sta adoperando per aumentare i contenuti disponibili su Internet a livello transfrontaliero. Già all'inizio del 2018 i cittadini europei potranno utilizzare i loro abbonamenti online a film, musica, videogiochi e e-book quando viaggeranno nell'UE. La Commissione ha inoltre proposto di agevolare per le emittenti la messa a disposizione online di programmi in altri Stati membri dell'UE.
Le imprese sono più digitali e il commercio elettronico progredisce se pur lentamente.
- Nel complesso le imprese europee utilizzano in misura sempre maggiore le tecnologie digitali, come i software professionali per la condivisione elettronica di informazioni (dal 26% nel 2013 al 36% nel 2015) o per l'invio di fatture elettroniche (dal 10% nel 2013 al 18% nel 2016).
- Anche il commercio elettronico da parte delle PMI è aumentato lievemente (dal 14% delle PMI nel 2013 al 17% nel 2016). Tuttavia, meno della metà di tali imprese vende in un altro Stato membro dell'UE.
Nel 2016 la Commissione ha proposto nuove regole per promuovere il commercio elettronico, contrastando la pratica del blocco geografico, rendendo la consegna transfrontaliera dei pacchi meno costosa e più efficiente e promuovendo la fiducia dei consumatori grazie a una migliore protezione e applicazione delle norme. Ha proposto altresì di semplificare l'imposta sul valore aggiunto per le imprese che operano nel settore del commercio elettronico nell'UE. Queste iniziative, una volta adottate dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, agevoleranno per privati e imprese le vendite e gli acquisti oltre frontiera.
Gli europei utilizzano maggiormente i servizi pubblici online.
- Il 34% degli utenti di Internet trasmette moduli compilati online alla pubblica amministrazione, invece di consegnarli a mano su carta (in aumento rispetto al 27% del 2013).
Online sono disponibili un numero crescente di servizi sempre più sofisticati, ad esempio servizi che consentono ai cittadini di utilizzare internet per notificare alle autorità un cambiamento di residenza, una nascita o altri avvenimenti importanti. Nell'ambito del piano d'azione per l'eGovernment, la Commissione intende istituire uno sportello digitale unico che garantisca un agevole accesso online a informazioni sul mercato unico e avviare un'iniziativa per digitalizzare ulteriormente la governance e il diritto societario nonché aggiornare il quadro europeo di interoperabilità.
Contesto
Il DESI è un indice composito che consente di misurare i progressi compiuti dagli Stati membri dell'UE verso un'economia e una società digitali. Riunisce una serie di indicatori pertinenti in relazione all'attuale mix di indirizzi programmatici del digitale in Europa. Il DESI mira ad aiutare i paesi dell'UE a identificare i settori che richiedono investimenti e interventi in via prioritaria, al fine di creare un autentico mercato unico digitale - una delle massime priorità della Commissione.
Basandosi sui risultati del DESI e ad integrazione del Semestre europeo, la relazione sui progressi del settore digitale della Commissione, nel maggio 2017, conterrà una valutazione approfondita del modo in cui l'UE e gli Stati membri stanno compiendo progressi nel loro sviluppo digitale e individuerà le misure potenzialmente atte a contribuire a migliorare le prestazioni digitali nazionali.
Photo credit: Foter.com
o