Manovra 2025: 300 milioni per il post PNRR di centri nazionali e partenariati estesi
Con l’avvicinarsi della fine del PNRR, inizia ad emergere la necessità di assicurare il funzionamento di una serie di organismi creati grazie alle risorse del Piano e che, allo stato attuale, non sono ancora del tutto in grado di autofinanziarsi. È il caso dei Centri nazionali, dei Partenariati estesi e delle Iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale, per i quali la Manovra 2025 stanzia 300 milioni di euro.
Cosa prevede la Legge di bilancio 2025?
Mediante un articolo specifico, dunque, la nuova Legge di bilancio - attualmente in esame in Parlamento - istituisce un Fondo ad hoc per finanziare il funzionamento di tali soggetti per altri due anni.
Una boccata d'ossigeno per queste strutture create per rendere più competitivo il nostro sistema di ricerca e sviluppo e che per camminare con le proprie gambe hanno però bisogno di tempo.
Il Fondo per la sostenibilità delle attività dei centri nazionali, dei partenariati estesi e delle iniziative di ricerca in ambito sanitario
Quello previsto all’articolo 86 della Manovra è, in realtà, uno dei pochi interventi in materia di ricerca e sviluppo previsti dalla nuova Legge di bilancio.
Come già anticipato, la disposizione prevede la creazione di un Fondo da 300 milioni di euro per le annualità 2027 e 2028, istituito presso il Ministero dell'università e della ricerca (MUR), con cui assicurare il prosieguo delle attività di una serie di organismi istituiti grazie ai fondi PNRR.
Parliamo da un lato di due tipologie di strutture finanziate dalla M4C2 (Missione 4, Componente 2) denominata “Dalla ricerca all’impresa” del PNRR:
- i Centri nazionali, cinque campioni nazionali di ricerca e sviluppo su alcune Key Enabling Technologies come le terapie geniche o l’agritech, solo per citarne alcune;
- i 14 Partenariati estesi, reti diffuse di università, enti di ricerca pubblici (ERP), altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, nati con l’obiettivo di favorire la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Dall’altro dei cinque Programmi di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale finanziati con il Piano Nazionale Complementare (PNC).
In tutti e tre i casi, si tratta di organismi che - una volta conclusosi il PNRR - dovranno essere in grado di proseguire le proprie attività in maniera autonoma. Un obiettivo ambizioso che per essere raggiunto necessita di un certo lasso di tempo e sul quale, quindi, interviene la Manovra 2025.
Al fine di consentire il consolidamento nel tempo e la sostenibilità economico-finanziaria di tali organismi al termine del periodo di attuazione del PNRR (perciò a decorrere dal 1° gennaio 2027), il governo ha quindi previsto un Fondo da 300 milioni per sosterne le attività.
Ad essere ammessi al riparto annuale delle risorse del Fondo, però, potranno essere solo quelle strutture che rispetteranno una serie di indicatori chiave di prestazione che verranno disposti dal MUR. In particolare tali indicatori riguarderanno:
- l’affidabilità, intesa come la capacità di coordinare e realizzare progetti complessi secondo la tempistica e le modalità definite in fase di presentazione;
- l’impatto economico e sostenibilità, intesa come la capacità di attrarre risorse dall'esterno, per rendere sostenibile, almeno in termini di cofinanziamento, l'attività anche al termine del periodo di attuazione del PNRR;
- l’impatto sulla società, intesa come la capacità di avere impatto sulla comunità scientifica e sulle comunità socio-economiche di riferimento, anche mediante nuove forme organizzative e il coinvolgimento di attori pubblici e privati oltre quelli iniziali;
- l’impatto sulle politiche di riferimento, intesa come la capacità di fornire indicazioni, attraverso la redazione di libri bianchi o l'elaborazione di proposte di politiche da adottare nei rispettivi ambiti, finalizzate al superamento delle criticità, tenuto conto della sostenibilità politica delle stesse;
- l’impatto sulle strutture comuni (building capacity), intesa come la capacità di creare infrastrutture e laboratori ovvero servizi per la ricerca applicata in modalità partecipata, anche in sinergia con le imprese, nonché di creare valore mediante l'innovazione e la proprietà intellettuale.
La definizione degli indicatori chiave di prestazione nonché delle modalità per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi previsti dagli indicatori stessi e per la rendicontazione delle spese sostenute sarà contenuta in un decreto del MUR da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio.
Foto di Ousa Chea su Unsplash
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