Clima: sui target nazionali i leader europei decidono di non decidere, per ora
Non c'è accordo tra i leader europei sulla ripartizione dello sforzo di riduzione delle emissioni di gas serra tra Paesi. Tutto rimandato a luglio, quando la Commissione presenterà il suo pacchetto di proposte per il clima.
Cosa prevede la legge europea sul clima
Non avendo trovato la quadra sul tema degli obiettivi nazionale di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030, i leader europei passano la palla alla Commissione, che a luglio presenterà il suo pacchetto di proposte per il clima, “Fit for 55”, composto da 12 proposte legislative.
Le conclusioni del Consiglio europeo, infatti, non recano traccia del regolamento sulla condivisione degli sforzi (Effort Sharing Regulation). "Ritorneremo sulla questione una volta che la Commissione avrà presentato le sue proposte", ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in conferenza stampa.
I leader europei per ora si sono fermati alla conferma dei target fissati dalla legge europea sul clima al 2030 e dell'obiettivo neutralità climatica al 2050.
Alla base della decisione di mettere in standby la questione spinosa degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni ci sarebbe la divergenza di vedute sui criteri di attribuzione dello sforzo di riduzione, che i Paesi dell'Est avrebbero voluto calcolare sul Pil pro-capite del 2013. Le economie più avanzate, tra cui l'Italia, chiedevano invece un aggiornamento del parametro del Pil (che dal 2013 a oggi è diminuito) mentre i nuovi Stati membri chiedevano ulteriori compensazioni economiche.
Solo dopo che Bruxelles avrà presentato le sue proposte per il clima a luglio si aprirà il vero negoziato tra i due schieramenti.