Kets e Horizon 2020, l'Ue prema sull'acceleratore
Accorciare la distanza tra ricerca e mercato. Questo, secondo Gabriel Crean, vice presidente del gruppo di alto livello sulle tecnologie abilitanti della Commissione europea, dev'essere l'obiettivo prioritario che l'Europa della ricerca deve centrare attraverso il programma Horizon 2020. Se n'è discusso nel corso del workshop "Key enabling technologies: un link tra ricerca pubblica e privata", organizzato a Roma dal Consiglio nazionale delle ricerche e dall'Associazione italiana per la ricerca industriale.
L'Unione, secondo Crean, deve accelerare se non vuole perdere ulteriore terreno rispetto al resto del mondo, soprattutto rispetto a Asia e Stati Uniti. Innanzittutto, accorciando i tempi decisionali, ancora troppo lunghi. Ma anche puntando sulle Kets, tecnologie abilitanti che svolgono un ruolo cruciale in ogni settore, dalle auto elettriche ai pannelli fotovoltaici.
Per farlo, è necessario incentivare la ricerca e l'impiego aziendale di queste tecnologie. E Crean propone di prendere a modello gli Stati Uniti, che per evitare la delocalizzazione aziendale, ricorrono a una politica di incentivi, sia pubblici che privati. E l'Europa? È bloccata anche in tal senso, a causa anche delle normative europee sulle competititvità, che spesso si rivelano più un freno che un fattore incentivante.
Ma soprattutto, fa notare Crean, c'è un baratro da colmare, quello che definisce "valley of death": il gap, cioè, tra ricerca e mercato reale. "Dobbiamo costruire un ponte fra scienza e tecnologia, produrre sviluppo e rendere le industrie produttrici competitive".
Per spiegare questo gap, che paralizza l'Ue rispetto ai competitor stranieri, Crean ricorre a un'altra immagine suggestiva: quella di 9 scalini che dividono il momento della ricerca da quello del mercato. "Ad oggi l'Europa è ferma al quarto step". Per accelerare, ci vuole Horizon 2020, o almeno il programma così com'è stato progettato inizialmente. "Con il nuovo programma quadro l'Ue coprirebbe dal primo all'ottavo scalino", costruendo così un ponte solido fra ricerca e produzione. Le azioni che verrebbero messe in atto grazie ad Horizon, infatti, non si limiterebbero alla ricerca semplice o a quella applicata - cardini del Settimo programma quadro Ue - ma anche alla costruzione di prototipi, ai test, alle dimostrazioni, allo sviluppo e al trasferimento industriale.
Le stesse sfide attendono l'Italia, ha spiegato nel corso del convegno Andrea Porcari di Airi: "Le Kets hanno un impatto decisivo sul sistema industriale, dall'energia, all'elettronica all'Ict". Partendo da questo presupposto, si dovrebbe pensare sia ad una collaborazione sempre più stretta fra pubblico e privato, sia a una "roadmap nazionale" sulle tecnologie abilitanti.
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