Recovery Fund e MFF: il 30% del bilancio europeo 2021-27 per il clima
L’accordo politico raggiunto tra Parlamento e Consiglio sul bilancio europeo 2021-27 porta buone notizie per gli investimenti green. Almeno il 30% delle risorse totali, tra MFF 2021-27 e Recovery fund, dovrà contribuire agli obiettivi climatici dell'Unione. Non passa invece il tentativo del Parlamento di aumentare le risorse del Just Transition Fund.
> Cosa prevede l'accordo sul Recovery Fund e il bilancio 2021-27
L'accordo di fatto ribadisce le indicazioni contenute nelle conclusioni del Consiglio europeo con l’accordo sul Recovery Fund e il bilancio UE 2021-27 per le politiche climatiche.
Al clima il 30% dei fondi europei
Almeno il 30% delle risorse totali, tra QFP e Recovery fund, dovrà contribuire agli obiettivi climatici dell'Unione, come già deciso dal Consiglio europeo.
Già nel 2018, l’allora presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, presentando la proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, aveva suggerito che una quota pari al 25% delle risorse fosse destinata al clima ed un’economia a basse emissioni.
Punto su cui ha insistito a maggio di quest’anno anche la nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen, che nel presentare la nuova proposta per QFP e Next Generation EU ha sottolineato la necessità di tenere ben presenti le priorità europee: “la duplice transizione verso un'Europa climaticamente neutra e un'Europa resiliente e digitalizzata”.
Oltre a prevedere che almeno il 30% delle risorse sia destinato al clima, gli investimenti che dovranno essere realizzati nell'UE dovrano rispettare il target della neutralità climatica entro il 2050 e contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici dell’Unione. Inolte, in base all'accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio, dal 2024 il 7,5% della spesa annuale dovrà andare agli obiettivi della tutela e conservazione della biodiversità, quota che salirà al 10% a partire dal 2026.
La “partita climatica” si giocherà quindi tutta su quel 30% di risorse, ma soprattutto sulle condizioni “verdi” al Recovery Fund, da cui dipenderanno le garanzie per fare in modo che le risorse finanziarie siano investite per tecnologie verdi e non per l’industria fossile.
I tagli al Just Transition Fund
Nel corso dei negoziati è fallito invece il tentativo del Parlamento europeo di aumentare le risorse disponibili per alcuni programmi faro, tra cui il Just Transition Fund.
Occorre a questo punto fare un passo indietro e tornare alla proposta di maggio della Commissione per Next Generation EU. Per dare una spinta alla priorità climatica, Bruxelles proponeva di potenziare uno strumento battezzato solo recentemente, il Just Transition Fund appunto.
Inizialmente la Commissione aveva proposto di destinare al Fondo 7,5 miliardi di euro, poi aveva alzato la posta fino a 40 miliardi aggiuntivi che sarebbero dovuti arrivare dal Recovery Fund, più altri 2,5 miliardi dal budget europeo.
Aspettative che l’accordo raggiunto a luglio al Consiglio europeo ha rivisto al ribasso. Nelle conclusioni dell'accordo di luglio, nella sezione dedicata agli importi a titolo di Next Generation EU per singolo programma, si nota una netta diminuzione delle risorse dedicate al Just Transition Fund, che dai 40 miliardi prospettati scendono a 10 miliardi.
Nel corso dei negoziati delle ultime settimane il Parlamento ha puntato ad aumentare gli importi per tutti i maggiori programmi di finanziamento europei, per poi ridurre la richiesta di integrazione finanziaria da 40 a 15 programmi faro. L'accordo con il Consiglio ha ridotto ulteriormente tale lista, portandola a 9 programmi. Riduzione che ha portato all'esclusione, fra gli altri, del Just Transition Fund.
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