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Pmi: Un patto europeo per uscire dalla crisi

Parlamento Ue, foto di Björn Laczay
Un patto europeo per uscire dalla crisi: è quanto chiedono Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, e Confesercenti in una lettera indirizzata ai candidati italiani alle prossime elezioni del Parlamento europeo. Le organizzazioni che rappresentano le Pmi italiane puntano ad una strategia politica che sostenga l'imprenditoria e renda obbligatorio lo Small Business Act, il pacchetto di proposte "pensate in piccolo" che stabilisce i 10 principi che dovrebbero essere adottati dai governi per garantire il sostegno delle aziende con meno di 250 dipendenti.

“Occorre", si legge nel documento, "un impegno straordinario per dare al Piano europeo di Ripresa Economica della Commissione Ue un livello di spesa e di articolazione degli interventi che possa restituire fiducia alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie". Le associazioni firmatarie riconoscono la forza trainante dell’Unione europea nel portare avanti la liberalizzazione dei mercati e l’abbattimento delle frontiere, ma lamentano i traguardi “parziali” raggiunti dal settore delle Pmi.

Secondo il documento gli imprenditori “percepiscono e vivono ancora troppi svantaggi” connessi principalmente alla burocrazia e alle regole e “ritengono insufficienti” le politiche messe in atto dall’Unione europea per far crescere l’industria del Vecchio continente.

Per combattere la crisi e rafforzare le politiche per la micro-imprenditoria le associazioni chiedono un patto europeo incentrato su quelle che sono considerate le questioni di maggior rilevanza per i 2,8 milioni di micro, piccole e medie imprese:

  • rendere obbligatoria l’attuazione dello Small business act attraverso un’apposita iniziativa legislativa da parte delle istituzioni europee;
  • un più facile accesso al credito, con l’attivazione di una forma di contro-garanzia europea dei consorzi fidi e lo sblocco dei fondi BEI con destinazione prioritaria e diretta alle Pmi;
  • accelerazione dei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni e riduzione degli oneri burocratici del 25% entro il 2012;
  • revisione delle aliquote IVA a sostegno delle attività ad alta intensità di manodopera, dell’offerta turistica italiana e la possibilità di una fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno;
  • aprire gli appalti pubblici alle Pmi attraverso un sistema di quote o corsi preferenziali per la microimprenditoria sul modello di quanto realizzato negli Usa e in Giappone;
  • riduzione degli oneri amministrativi in materia ambientale attraverso la semplificazione dell’apparato regolatorio;
  • realizzazione di una maggiore concorrenza del mercato interno con il perseguimento di una effettiva liberalizzazione dei servizi energetici;
  • rafforzamento delle politiche in materia di infrastrutture, trasporti e logistica;
  • modernizzazione del mercato del lavoro e della formazione con l’introduzione di nuove forme di flessibilità regolata a sostegno dell’occupazione;
  • inserimento del terziario (commercio, turismo e servizi) nei programmi per la Ricerca e l’Innovazione;
  • adozione di politiche improntate alla valorizzazione del capitale umano e dell’istruzione.

L’Europa e' inoltre chiamata a combattere contro le tendenze protezioniste e nazionaliste innescate dalla crisi, proprio sulla base dell’esperienza di economia sociale e mercato unico che rappresenta.

Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, e Confesercenti chiedono, infine, a Bruxelles di parlare con una “voce sola” sulla scena politica internazionale (Wto, Fondo monetario internazionale) per valorizzare a livello mondiale il contributo economico e sociale delle Pmi.