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Sono 190mila i titolari di impresa immigrati in Italia

 Secondo l’ultimo rapporto Caritas Migrantes nei primi cinque mesi del 2009, nonostante la crisi economica, l’imprenditoria straniera nel nostro paese ha continuato a crescere a ritmi sostenuti: rispetto al primo semestre dell’anno precedente il numero delle aziende è aumentato infatti del 13,5%. Il fenomeno appare fortemente concentrato a livello territoriale: quasi il 90% delle imprese i cui titolari hanno cittadinanza estera risiede infatti nell’Italia centro-settentrionale (69.646 imprenditori nel Nord-Ovest, pari al 37% del totale, 48.705 nel Nord-Est, pari al 26% e 46.876 nel centro, pari al 25%).

Quasi l’80% è concentrato in sei regioni: Emilia Romagna, Veneto, Lombarda, Piemonte, Toscana, Lazio. La Lombardia, da sola, ospita circa il 25% del totale delle imprese di immigrati. In realtà questi elevati tassi di crescita del 2009 hanno riguardato l’intera penisola con picchi in Campania (+21,4%) e in Basilicata (+20%).

Al 31 maggio 2009 l’analisi delle aree di provenienza dei titolari di impresa mostra quattro grandi collettivi che da soli raggruppano il 56% delle imprese presenti: al primo posto si collocano gli imprenditori marocchini con 30.665 aziende (il 16,4% del totale), seguiti al secondo posto dai romeni con 28.089 imprese (15%), dalle 25.493 aziende cinesi e dalle 20.089 albanesi.

I restanti titolari di imprese si suddividono tra i paesi africani (Tunisia, Senegal, Egitto e Nigeria), asiatici (Pakistan, Bangladesh, India), e i paesi latino-americani (Ecuador, Perù, Brasile). L’Est Europa può essere diviso in tre aree: i Balcani con il 5,7% degli imprenditori, i paesi dell’Europa centro-orientale (3%), soprattutto ucraini, turchi e moldavi e i paesi che fanno parte dell’Unione Europea (2,2%), soprattutto polacchi.

Per quanto riguarda gli ambiti produttivi, nel 2009 il 73,6% delle imprese gestite da immigrati risulta operare nei soli settori delle costruzioni (39,4%) e del commercio e riparazioni (34,1%). Seguono il settore tessile e dell’abbigliamento (6,5%) e quello dei servizi (6,4%), trasporti e comunicazioni (4%). I settori delle costruzioni e del commercio sono caratterizzati allo stesso tempo da un elevato “tasso di mortalità”: nel 2009 su in totale di 6.353 imprese cessate, oltre il 60% appartenevano a questi settori. In particolare l’edilizia appare la più gettonata, passando dal 19,5% degli imprenditori stranieri del 2003 al 39,4% del 2009.

Sul fronte della specializzazione etnica, nel comparto edile si inseriscono prevalentemente i migranti dei Balcani e dell’Europa dell’Est: con percentuali decisamente al di sopra della media troviamo albanesi (8 imprenditori albanesi su dieci operano nelle costruzioni), macedoni (87%), romeni (79%), moldavi (70%). Seguono tunisini (69%) e turchi (70%).  Nel settore commerciale primeggiano invece i paesi africani: Senegal (88%), Nigeria (71%), Marocco (68%). Per l’Asia: Pakistan (51%), Cina (43%) e India (40%). 

Importante la componente femminile. Nel maggio 2009 erano 32.516 le donne titolari di impresa, di cui 25.716 non comunitarie e 6.777 comunitarie. Si tratta per lo più di imprenditrici cinesi, nigeriane, ucraine e polacche, impegnate soprattutto nel commercio.

Fonte: Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes - Dossier Statistico 2009
(a cura di Alessandra Flora)