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Difesa: l'Italia chiede all'UE di accedere ai prestiti SAFE

Foto di Robert Waghorn da Pixabay18 Paesi membri, tra cui anche l'Italia, hanno manifestato alla Commissione Europea l'interesse ad accedere al Fondo SAFE (acronimo di 'Security action for Europe'), lo strumento di prestito previsto del pacchetto RearmEurope per aumentare gli investimenti degli Stati membri nel settore difesa e sicurezza. 

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Nonostante l'iniziale reticenza del Governo Meloni alla creazione di ulteriore debito, anche l'Italia ha comunicato con una lettera a Bruxelles l’interesse ad aderire allo strumento SAFE da 150 miliardi di euro per la concessione di prestiti destinati a rafforzare la capacità industriale e tecnologica della difesa UE.

L'Italia ha presentato la manifestazione di interesse insieme ad altri 17 paesi, ma la deadline finale per la presentazione formale delle richieste è fissata al 15 novembre 2025.

Secondo anticipazioni di stampa, l'Italia potrebbe accedere a 14 miliardi di euro in 5 anni, con rimborsi che potrebbero essere restituiti in 45 anni. L'obiettivo sarebbe quello di finanziare i programmi di difesa già previsti per il periodo 2026-2030, altrimenti del tutto a carico del bilancio nazionale.

Cos'è SAFE? 

Primo pilastro del piano ReArm Europe/Readiness 2030, lo Strumento di Azione per la Sicurezza dell'Europa (SAFE) ha lo scopo di mettere a disposizione degli Stati membri dell'UE prestiti fino a 150 miliardi di euro, per supportare un rapido e significativo aumento degli investimenti nel settore, promuovendo al contempo gli appalti comuni, cui possono partecipare anche Paesi terzi come Norvegia, Regno Unito, Turchia e Ucraina.

Il finanziamento di SAFE proviene direttamente dall'Unione Europea, che sfrutterà la propria capacità di prestito attraverso l'emissione di obbligazioni UE. Lo strumento è concepito per finanziare investimenti urgenti e su larga scala volti a rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea.

La distribuzione dei fondi si baserà sulla domanda degli Stati membri. Le erogazioni avverranno sotto forma di prestiti a lungo termine a prezzi competitivi, con l'onere del rimborso a carico dei paesi beneficiari. Per accedere ai prestiti, le procedure di appalto comune dovranno coinvolgere, in linea di principio, almeno due paesi partecipanti. Tuttavia, SAFE consentirà anche appalti che coinvolgano un solo Stato membro per un periodo di tempo limitato.

Per approfondire: Cosa prevede il regolamento dello strumento di prestito SAFE

Quali Stati membri hanno chiesto di aderire a SAFE?

Ad oggi, sono pervenute 18 richieste di accesso da parte di altrettanti Paesi europei - Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna e Ungheria – per un totale di almeno 127 miliardi di euro

Per Andrius Kubilius, Commissario UE per la Difesa e lo Spazio, l'interesse dimostrato dai governi "dimostra l'unità e l'ambizione dell'UE in materia di sicurezza e difesa" e lo strumento SAFE "è un simbolo del nostro impegno collettivo a rafforzare la nostra prontezza difensiva per un futuro più sicuro e unito".

Queste prime manifestazioni d'interesse - specifica la Commissione in una nota - consentiranno all'Esecutivo UE di valutare la domanda e di prepararsi alla raccolta dei fondi sui mercati dei capitali.

La scadenza per la presentazione formale delle richieste nell'ambito di SAFE rimane fissata al 30 novembre 2025.

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