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Erasmus+: il Parlamento europeo chiede più fondi per le alleanze delle università

Foto di u_7csqbq4k4j da PixabayIl Parlamento europeo, in una relazione approvata l'11 settembre, chiede di stanziare più risorse per le alleanze delle università europee e di potenziarne la specializzazione in settori strategici, come il cambiamento climatico e l'intelligenza artificiale.

Erasmus+, la call per le alleanze tra università europee

Nel report, approvato con 461 voti favorevoli, 100 contrari e 48 astensioni, gli eurodeputati invitano la Commissione europea e i Ventisette ad approfondire la cooperazione tra gli attuali membri delle alleanze delle università europee.

Da un lato, secondo il Parlamento europeo, Bruxelles dovrebbe profondere ulteriori sforzi per assicurare fondi sufficienti a trasformare questa iniziativa in un programma stabile da portare avanti nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2028-2034. Dall'altro, il PE invita gli Stati membri dell’Unione europea a cofinanziare queste alleanze attingendo ai bilanci nazionali.

European Universities alliances, focus su cooperazione e fondi

Lanciata nel 2019 nell’ambito del programma Erasmus+, l’iniziativa dell’alleanza delle università europee è stata concepita come una rete di università per promuovere la mobilità degli studenti e promuovere l’innovazione pedagogica. Nate con l'obiettivo di superare la frammentazione del settore e promuovere una maggiore integrazione, le alleanze hanno superato le aspettative: nel piano originale dovevano essere 20, mentre attualmente sono 65 le alleanze, che coinvolgono più di 570 università e rappresentano più della metà della popolazione studentesca dell’Unione Europea.

"Le alleanze delle università europee si basano su una lunga tradizione di cooperazione tra le università europee, dal Medioevo e dall’Illuminismo al processo di Bologna. Promuovendo gli scambi, i programmi di studio congiunti e la collaborazione transfrontaliera tra studenti, professori e ricercatori, portano avanti questo ricco patrimonio accademico nel futuro", ha dichiarato il relatore Laurence Farreng (Renew, FR).

La risoluzione del Parlamento europeo (Report - A10-0135/2025) riconosce le alleanze come uno strumento di successo per promuovere la cooperazione accademica, la mobilità e la competitività dell'istruzione superiore dell'Unione. Tuttavia, il documento identifica diverse sfide che ne ostacolano il pieno potenziale come:

  • la frammentazione dei finanziamenti e incertezza: l'attuale "logica basata sui progetti" rende difficile una pianificazione a lungo termine, con le alleanze che si trovano a fronteggiare incertezza sulla continuità dei fondi;
  • gli ostacoli legali e amministrativi: le differenze nelle legislazioni nazionali, nei sistemi di accreditamento e nella governance creano barriere significative alla piena integrazione;
  • la mancanza di mobilità per gli studenti: l'obiettivo di raggiungere il 50% di mobilità tra gli studenti non è stato ancora raggiunto a causa della competizione per le limitate risorse del programma Erasmus+:
  • la scarsa integrazione di ricerca e innovazione: l'attuale quadro normativo non supporta pienamente l'integrazione tra istruzione, ricerca e innovazione all'interno delle alleanze.
  • la bassa conoscenza dell'iniziativa: il riconoscimento e la visibilità delle alleanze, soprattutto a livello locale, sono ancora bassi.

In questo contesto, quindi, la risoluzione approvata dal PE formula una serie di raccomandazioni per affrontare queste sfide e rafforzare il futuro delle alleanze universitarie.

In primo luogo, gli eurodeputati chiedono alla Commissione di valutare la possibilità di creare un programma di finanziamento dedicato per le alleanze all'interno del prossimo quadro finanziario pluriennale post 2027, garantendo così una maggiore stabilità. Al contempo, si esortano gli Stati membri a cofinanziare le alleanze e a coordinare le risorse con altri programmi europei come Horizon Europe, Digital Europe, e il Fondo sociale europeo Plus, per massimizzare le risorse ed evitare duplicazioni. 

Con l'obiettivo di rafforzare l'integrazione accademica, è ritenuto fondamentale promuovere lo sviluppo di un quadro comune per i titoli di studio europeo, che renderebbe più semplice il riconoscimento reciproco delle qualifiche e faciliterebbe la mobilità degli studenti. A questo scopo, è necessario investire in infrastrutture digitali interoperabili per creare campus virtuali europei che supportino lo scambio di documenti e l'iscrizione ai corsi.

Inoltre, si incoraggia una maggiore collaborazione tra le università e il settore privato per colmare il divario di competenze e facilitare la transizione degli studenti verso il mondo del lavoro, ma anche l'integrazione di ricerca e innovazione nel curriculum accademico, in particolare nelle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), per creare una nuova generazione di ricercatori e professionisti in grado di affrontare le sfide strategiche dell'UE. Infine, la risoluzione suggerisce di sfruttare al massimo le micro-credenziali come strumento per offrire percorsi di apprendimento flessibili, permettendo così la riqualificazione e l'aggiornamento continuo delle competenze in risposta alle evoluzioni del mercato del lavoro.

In sintesi, la risoluzione sottolinea che il successo a lungo termine delle alleanze universitarie europee dipenderà dalla capacità di passare da una logica progettuale a una visione strategica e sostenibile, supportata da finanziamenti adeguati e da un quadro normativo armonizzato.

Cosa prevede il regolamento Erasmus Plus 2028-2034