Piano per l’industria cyber nazionale: tutti i finanziamenti previsti
Sono una quindicina le misure inserite all’interno del Piano per l’industria cyber nazionale approvato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN). Tra queste figurano numerosi incentivi del MIMIT, inclusi gli Accordi di Innovazione di cui potrebbe essere lanciato un bando per la cybersecurity, ma anche finanziamenti e bandi di altri ministeri come la Farnesina o il MUR.
PNRR e fondi europei per attuare la strategia nazionale per la cybersecurity
Tutti incentivi e misure che hanno l’obiettivo di rafforzare l’ecosistema industriale nazionale della cybersicurezza, facendo perno sulla collaborazione tra l’Agenzia, il Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT), il Ministero dell'università e della ricerca (MUR), il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) e il Dipartimento per la trasformazione digitale (DTD).
Piano per l’industria cyber nazionale: i finanziamenti per le imprese della cybersecurity
Previsto dalla Misura #51 del Piano di implementazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza 2022–2026, il Piano per l’industria cyber nazionale è stato approvato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale con Decreto Direttoriale prot. ACN 0320700 per definire azioni, strumenti e fonti di finanziamento per sostenere l’innovazione, la crescita delle imprese e lo sviluppo di competenze nel settore cyber.
In tale contesto, il Piano si articola in tre assi principali:
- Innovazione e collaborazione tra ricerca e industria;
- Sviluppo di start-up e PMI che offrono prodotti e servizi di cybersecurity, anche in ottica di internazionalizzazione;
- Sviluppo di nuove competenze professionali.
Macro aree di intervento per le quali si prevede la collaborazione tra ACN, MIMIT, MUR, MAECI e DTD chiamati a garantire l’attuazione degli interventi con un approccio sinergico e sistemico, in linea con i prerequisiti di sicurezza definiti dall’ACN.
“Alla luce delle rapide evoluzioni tecnologiche e di mercato caratteristiche del settore cibernetico, nonché di interventi normativi dedicati al settore cyber, sarà effettuata la revisione periodica del Piano anche al fine di garantire il suo costante allineamento con le altre attività e Misure previste dal Piano di implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026”, si legge nel documento.
Piano per l’industria cyber: i finanziamenti per l’innovazione e la collaborazione tra ricerca e industria
Per quanto concerne il primo asse, sono previsti sette interventi gestiti ANC, MIMIT e MUR. Il primo strumento è l’estensione del Cyber Innovation Network (CIN) a soggetti della ricerca quali i Technology Transfer Offices (TTO), Industrial Liaison Offices (ILO), Centri per l’Innovazione, ecc., per favorire i processi di trasferimento tecnologico, innalzando il TRL dei risultati della ricerca. Per fare ciò, la misura prevede un contributo a fondo perduto erogato dall’ACN.
Il primo Asse del Piano fa perno anche su alcune strutture finanziate dal PNRR. Da un lato, infatti, il Piano tira in ballo il Centro nazionale per alte prestazioni (HPC), uno dei cinque Centri Nazionali istituiti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicati a settori strategici per lo sviluppo del Paese. In tale contesto, il Centro HPC si rivolge a università statali ed enti pubblici di ricerca vigilati dal MUR, università non statali, altri enti pubblici di ricerca, soggetti pubblici o privati che svolgono attività di ricerca, altamente qualificati.
Dall'altro si tratta del Partenariato esteso SERICS (SEcurity and RIghts in the CyberSpace), uno dei quattordici Partenariati istituiti dal PNRR con l’obiettivo - nel caso di SERICS - di sviluppare un cyberspazio affidabile e sicuro, integrando solide tecnologie con comportamenti umani responsabili. Anche in questo caso i beneficiari delle attività promosse dal Partenariato possono essere università statali ed enti pubblici di ricerca vigilati dal MUR, università non statali, altri enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali, soggetti pubblici o privati che svolgono attività di ricerca e che siano altamente qualificati.
Tra le altre agevolazioni previste dal primo Asse del Piano per l’industria cyber figurano anche due incentivi del MIMIT. Nel primo caso si tratta dei contributi a fondo perduto previsti dalla misura Brevetti+ rivolta a micro, piccole e medie imprese, la cui nuova edizione è di prossima apertura. Nel secondo caso si tratta degli incentivi previsti dal Bando per la realizzazione di programmi di valorizzazione dei brevetti tramite il finanziamento di progetti di proof of concept, la cui ultima edizione risale al 2022 ma che, figurando adesso all’interno del Piano per l’industria cyber potrebbe essere ripubblicato.
Infine tra le altre agevolazioni non si possono non citare gli Accordi di innovazione che finanziano progetti riguardanti attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali (KETs) nell’ambito delle aree di intervento riconducibili al secondo Pilastro di Horizon Europe. All’interno del Piano viene specificato che “per gli anni 2025-2026 si stima un fabbisogno complessivo 50 milioni di euro per attivare un nuovo bando sulle tematiche di Cybersecurity”. Anche in questo caso le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo diretto alla spesa a cui può aggiungersi, eventualmente, un finanziamento agevolato a valere sulle risorse messe a disposizione dalle amministrazioni sottoscrittrici dell’Accordo per l’innovazione. Quanto ai beneficiari, al nuovo bando per gli Accordi di ’innovazione per la cybersecurity potranno accedere imprese industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria con almeno due bilanci, a cui possono affiancarsi, nella veste di soggetti co-proponenti di progetti congiunti, centri di ricerca e organismi di ricerca.
Piano per l’industria cyber: i finanziamenti per sviluppo start-up e PMI e internazionalizzazione
All’interno del secondo Asse, la prima agevolazione presente è una misura dell’ACN. Si tratta di nuovo del Cyber Innovation Network (Componente industriale). In questo caso l’intervento prevede di supportare le attività di validazione (dirette a verificare la fattibilità tecnica della soluzione innovativa proposta da una startup, l’interesse del mercato verso la soluzione e la sostenibilità del modello di business) e di sviluppo (consolidamento tecnico del prodotto/servizio di riferimento, alla crescita commerciale e scale up di mercato del progetto imprenditoriale) di startup selezionate dagli operatori del Network, prevedendo un contributo a fondo perduto.
Il Piano include anche il Fondo Nazionale Innovazione (FNI) gestito da CDP Venture Capital SGR, il principale programma di intervento nazionale di venture capital finalizzato a sostenere la crescita delle imprese italiane innovative. Il programma ha un bacino finanziario alimentato dalle risorse pubbliche del “Fondo di sostegno al venture capital” per investire, direttamente e indirettamente, nel capitale di imprese ad alto potenziale innovativo, incluse quelle del settore della cybersecurity che costituisce una verticale d’investimento per i fondi di coinvestimento del MIMIT. In tale contesto, il Piano fa presente che il Fondo Mise 2 ha cominciato da poco le proprie operazioni d’investimento con una dotazione di cassa di 1 miliardo e 450 milioni di euro interamente trasferiti nella disponibilità di CDP VC SGR, società di gestione dei predetti organismi di investimento collettivo del risparmio.
In materia di internazionalizzazione, invece, il Piano cita una serie di attività gestite dalla Farnesina e dall’Agenzia ITA-ICE come ad esempio la partecipazione di aziende della cybersecurity alle collettive italiane presso fiere internazionali di settore e il Programma di accompagnamento/scaleup/market access per PMI innovative della cybersecurity. Oppure il Global Start up Program, un percorso integrato di sviluppo all'estero riservato a startup innovative italiane, impegnate nello sviluppo d'innovazione di prodotti o di servizi. Durante il periodo all'estero, le startup sono coinvolte in sessioni formative, attività di mentoring, sessioni di pitching, incontri con potenziali investitori e corporate e eventi di networking.
Piano per l’industria cyber: i finanziamenti per lo sviluppo di nuove competenze
Infine, all’interno del terzo Asse del Piano per l’industria cyber, quello dedicato alle competenze, figurano due misure.
La prima prevede il finanziamento di dottorati di ricerca - da parte dell’ANC - finalizzati allo sviluppo della ricerca nazionale nell’ambito della cybersicurezza, mediante il finanziamento di borse di dottorato.
La seconda prevede, invece, la formazione in ambito cybersecurity erogata alle PMI dai centri di trasferimento tecnologico e dagli European Digital innovation Hub.
Per maggiori informazioni, consulta il Piano per l’industria cyber nazionale
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