Asia e Pacifico - ADB, nuovi trend di investimento in infrastrutture
Un rapporto dell'ADB spiega come si evolve il mondo dei finanziamenti in infrastrutture in Asia e Pacifico, tra project finance, forme di credito alternative e PPP.
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Si intitola "Infrastructure Financing Modalities in Asia and the Pacific: Strengths and Limitations" (Modalità di finanziamento delle infrastrutture in Asia e nel Pacifico: Punti di forza e limiti) il report firmato da Michael Regan, professore universitario presso la Facoltà di Società e Design della Bond University (Australia) e recentemente rilanciato dalla Banca asiatica di sviluppo, che affronta lo stato dell'arte e le tendenze presenti e future del finanziamento in infrastrutture nella Regione dell'Asia e del Pacifico.
Il ruolo delle infrastrutture nei Paesi in espansione
Da oltre un decennio, scrive Regan, l'Asia e il Pacifico rappresentano l'economia regionale in più rapido sviluppo nel mondo. Conseguentemente a un simile sviluppo, l'aumento degli investimenti nelle infrastrutture economiche e sociali è diventata in queste aree una "grande sfida" per la crescita regionale sostenibile e per garantire un maggiore coinvolgimento da parte delle economie nazionali.
Un'infrastruttura nazionale adeguata ed efficiente, spiega il professore, è un requisito fondamentale di un'economia ben funzionante e ad alta crescita. Essa, infatti, fornisce le risorse e i servizi che facilitano il commercio e lo scambio all'interno dell'economia, aumentano la capacità produttiva, migliorano la produttività, riducono la congestione e i costi delle transazioni pubbliche e private.
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Nelle economie industrializzate globali gli investimenti in infrastrutture ammontano a una media del 3,9% del prodotto interno lordo (PIL). Una percentuale che si alza se guardiamo all'Asia e al Pacifico:
- 10,5% in Malesia,
- 6% in Australia e Canada,
- 5% in Giappone e in Nuova Zelanda,
- 4% nella Repubblica di Corea.
La percentuale aumenta, poi, esponenzialmente nei Paesi in via di industrializzazione, dove i driver della domanda, come la crescita della popolazione e la rapida urbanizzazione, stanno portando ad un incremento dei livelli di investimenti, in particolare nei settori:
- energia, petrolio e gas,
- strade e porti, servizi ferroviari e urbani,
- servizi idrici e sanitari.
Per quanto riguarda la regione Asia-Pacifico, gli investimenti in infrastrutture raggiungono, rispetto al PIL, quote del:
- 29% in Indonesia,
- 21% in Thailandia,
- 19% in Vietnam,
- 15% nelle Filippine,
- 8,5% nella Repubblica popolare cinese
- 4,7% in India.
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Investimenti in infrastrutture: tendenze principali
Finora, continua nella sua relazione Michael Regan, in Asia e nel Pacifico le infrastrutture sono per lo più state fornite dalle amministrazioni centrali, come una sorta di "bene quasi pubblico", con l'assistenza di agenzie multilaterali di sviluppo.
Tuttavia, alla luce del costante e rapido sviluppo dei Paesi dell'area, i governi inizieranno ad incontrare serie difficoltà a soddisfare la domanda futura, creando "un gap infrastrutturale o una necessità di finanziamento stimata a circa 800 miliardi di dollari l'anno" nella regione Asia-Pacifico. E' a questo punto, dunque, che l'investimento privato può offrire un'alternativa importante per il settore.
Nelle condizioni di mercato post-2008, continua Regan, il mondo dei finanziamenti all'infrastruttura è quindi destinato a subire decisi cambiamenti. Cambiamenti di cui si può intuire la portata a partire da fattori già in atto come:
- il ritorno del project finance a livelli record,
- il rinnovato interesse per le opzioni di credito alternative,
- l'evoluzione del modello per partenariato pubblico-privato (PPP) con migliori opzioni di ripartizione dei rischi e di sostegno al credito.
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In tale contesto, il rapporto pubblicato dall'ADB analizza le attuali condizioni di offerta e domanda nel settore degli investimenti in infrastrutture e offre diverse raccomandazioni per lo sviluppo di politiche future appropriate.
Nel documento Regan esamina, inoltre, le diverse opzioni di appalto pubblico, che continuano a rappresentare circa il 70% della spesa per le infrastrutture, oltre che il ruolo fondamentale ricoperto dalle banche multilaterali di sviluppo a sostegno del capacity building nei Paesi di transizione e nel fornire prestiti, sovvenzioni e garanzie al fine di migliorare la bancabilità di progetti pubblici e privati nella regione.
Tra le conclusioni della sua tesi, Regan ritorna sulla questione degli investimenti privati. Oltre a servire come fonte aggiuntiva di capitale, la gestione privata delle infrastrutture aumenta anche l'efficienza, migliora la produttività e riduce i costi per lo Stato. Tuttavia, riconosce il professore, il capitale privato ha dei limiti, tra cui:
- la preferenza per i progetti nei settori dell'energia e delle telecomunicazioni e l'avversione al rischio di mercato connesso ai progetti nei trasporti,
- la bancabilità marginale di molte operazioni infrastrutturali, che possono essere difficili e costose da finanziare senza il supporto del credito da parte dello Stato.
> Infrastructure Financing Modalities in Asia and the Pacific: Strengths and Limitations
Photo credit: AdamCohn via Foter.com / CC BY-NC-ND
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