Appalti ONU: in aumento le aziende italiane che vincono le gare
Le Nazioni Unite hanno pubblicato il nuovo report sul mondo degli appalti banditi dalla galassia delle organizzazioni ONU. Parliamo di un mercato che vale quasi 30 miliardi di dollari l’anno e in cui le imprese italiane stanno aumentando (timidamente) la quota di appalti vinti.
Appalti ONU: un’opportunita’ di business ancora poco nota alle imprese italiane
Giunto alla sua 38° edizione, il “2021 Annual Statistical Report on United Nations Procurement” presenta un'analisi delle tendenze chiave negli appalti delle Nazioni Unite, compresa una ripartizione degli appalti per organizzazione ONU, per categoria di beni e servizi acquistati e per paese fornitore.
Dato il periodo pandemico, il report contiene inoltre anche informazioni sugli appalti relativi alla risposta delle Nazioni Unite al COVID-19, sulla collaborazione all'interno del sistema ONU e sugli sforzi promossi dalle organizzazioni per integrare il tema della sostenibilità ambientale all’interno dei processi di appalto.
Gli appalti ONU nel 2021
Il 2021 ha segnato un record per il procurement ONU. Rispetto all’anno precedente, infatti, il volume complessivo di beni e servizi acquistati dall’intero sistema onusiano ha raggiunto quota 29,6 miliardi di dollari, in aumento del 32,5% rispetto all’anno precedente.
Del totale, il 59%, (pari a 17,4 miliardi di dollari) proviene dal mondo dell'approvvigionamento di beni, mentre il 41% (12,1 miliardi di dollari) riguarda i servizi.
Con l’aggiunta di due nuove organizzazioni all’interno delle istituzioni ONU, il Report mappa complessivamente gli appalti di 41 organizzazioni ONU.
Come facilmente intuibile, la spinta principale è arrivata dal settore sanitario. Non sono mancate, però, crescite significative anche in altri comparti.
Dopo l'health, il secondo settore più grande è stato quello dell'edilizia, dell'ingegneria e della scienza. All'interno di questo settore, infatti, gli appalti sono aumentati da 490 milioni a 3,5 miliardi di dollari. Le categorie più grandi all'interno del settore sono state:
- i servizi di costruzione e manutenzione (1,6 miliardi di dollari, in aumento del 26,9%), aumento dovuto soprattutto alle attività dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO);
- i servizi di ingegneria e ricerca (836 milioni di dollari, in aumento del 31,5%), crescita trainata principalmente dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP).
Quali sono i Paesi che vincono più gare ONU?
Nel 2021, anche se sono aumentati gli acquisti da fornitori appartenenti a tutte le aree geografiche, l'aumento più significativo è stato registrato tra le imprese di America Latina e Caraibi, Europa e Asia.
Per quanto riguarda l’Europa, a trainare l’aumento è stata soprattutto la Svizzera, le cui forniture sono più che raddoppiate passando da 741 milioni di dollari nel 2020 a 1,7 miliardi di dollari nel 2021, con incrementi che hanno interessato soprattutto beni e servizi nei settori della salute, dell'ingegneria e della scienza delle costruzioni e dell'alimentazione e dell'agricoltura.
Seguono quindi la Svezia, il Belgio e il Regno Unito che hanno registrato aumenti di oltre 100 milioni di dollari negli appalti (rispettivamente 405 milioni di dollari, 282 milioni di dollari e 130 milioni di dollari).
Complessivamente, però, il più grande paese fornitore per volume di approvvigionamento restano gli Stati Uniti, che l’anno scorso hanno avuto un aumento del valore delle forniture di 398 milioni di dollari a 2,3 miliardi di dollari.
Al secondo posto c’è il Messico, mentre al terzo c’è la Cina che però, nel campo della fornitura di prodotti farmaceutici, contraccettivi e vaccini e attrezzature e forniture mediche, sale al secondo posto.
Le imprese italiane negli appalti ONU
In tale contesto, come sottolinea la Farnesina, "l'Italia si colloca globalmente al 20° posto quale Paese fornitore delle Nazioni Unite coprendo l’1,19% del procurement complessivo”.
Più nello specifico, la presenza maggiore delle imprese italiane si registra nei seguenti comparti:
- “Management and Administration Services” (57,9 milioni),
- “Transportation, Storage, Mail Services” (47,4 milioni),
- “Medical Equipment and Supplies” (38,4 milioni),
- “Engineering and Research Services” (34,3 milioni),
- “Building and Maintenance Services” (28,4 milioni).
Per quanto concerne invece le principali istituzioni ONU che hanno fatto affari con il nostro sistema di imprese, al primo posto si trova - come è facile prevedere - il World Food Program che ha sede a Roma, al quale di devono acquisiti presso fornitori italiani pari a 81,3 milioni di dollari. Seguono quindi il Segretariato (con 57,7 milioni, che include il DOS e forniture alle Missioni di Peace-Keeping, tra le altre), la FAO (con 39, 7 milioni e che, lo ricordiamo, ha sempre sede a Roma), la World Health organization (WHO) con 32,7 milioni di dollari e l’IFAD con 26,5 milioni e che ha sempre sede a Roma.
Complessivamente, le imprese italiane accreditate presso il procurement delle Nazioni Unite sono 7.193, di cui 1899 hanno effettuato forniture, con 69 di loro che hanno effettuato forniture per volumi superiori a 1 milione di dollari.
Nonostante si tratti ancora di numeri che sottostimano il potenziale del nostro sistema produttivo, si registrano comunque dati positivi. Nel 2021, infatti, il volume annuale di procurement italiano ha toccato quota 351 milioni di dollari, in aumento rispetto all’anno precedente.
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