QFP 2028-2034: per l'Italia le aperture sulla PAC sono insufficienti
Le modifiche al Quadro finanziario finanziario pluriennale 2028-34 prospettate dalla Commissione Europea non risolvono le preoccupazioni circa il futuro della Politica agricola comune (PAC) nel bilancio UE post 2027, in particolare sui fondi per lo sviluppo rurale. Per diversi Stati membri, Italia in primis, il pacchetto va rivisto profondamente.
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Ad ottobre i ministri dell'agricoltura dei 27 hanno tenuto la prima discussione tematica sulla PAC post 2027 in Consiglio Agrifish, che la presidenza danese ha scelto di dedicare alla nuova architettura verde della Politica Agricola Comune.
La riunione del Consiglio Agricoltura di questa mattina si è concentrata invece sui temi della sicurezza alimentare e del sostegno al reddito degli agricoltori, ma è stata anche l'occasione per testare gli umori degli Stati membri a pochi giorni di distanza dall'incontro in cui la presidente Ursula von der Leyen ha illustrato alla presidenza danese del Consiglio e alla presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola, le possibili modifiche al bilancio europeo 2028-2034 prospettate dalla Commissione per placare le diffuse preoccupazioni sul futuro di Coesione e Politica Agricola Comune. Modifiche bollate come insufficienti, almeno fronte PAC, dal ministro dell'Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, che in Consiglio Agrifish ha consegnato un documento, sostenuto da diversi paesi, per chiedere una revisione più profonda del pacchetto normativo.
Per approfondire: Bilancio europeo: la Commissione modifica la sua proposta per il QFP 2028-2034
PAC post 2027, Lollobrigida: l'obiettivo rurale non è sufficiente
Punto di partenza del documento, ha spiegato Lollobrigida intervenendo in Consiglio Agricoltura, è l'idea che le proposte della Commissione tradiscano le iniziative della EU Vision for Food and Agriculture presentata a inizio anno, rischiando "di smantellare una delle più importanti politiche comuni, i cui principi sono sanciti nei Trattati fondativi dell'Unione”.
In una fase storica che richiede un “rafforzamento della sovranità alimentare”, e a fronte dello sforzo richiesto sul miglioramento della sostenibilità, ha detto il ministro italiano, “gli agricoltori hanno bisogno di certezze che la proposta della Commissione non assicura, a cominciare dagli aspetti finanziari”. Nel QFP 2028-2034, secondo l'Italia, “le risorse per l'agricoltura sono semplicemente insufficienti”, ha detto Lollobrigida.
Quanto alle modifiche al bilancio UE post 2027 presentate la scorsa settimana dalla Commissione, si tratta solo di "un piccolo passo e completamente insufficiente rispetto alle nostre richieste", ha spiegato il ministro. Il target del 10% della spesa dei Piani di partenariato, che Bruxelles propone di destinare alle aree rurali non basta per due ragioni, ha detto Lollobrigrida: "in primo luogo, perché eventuali risorse dovrebbero essere vincolate agli interventi di sviluppo rurale della PAC, e non destinate genericamente a interventi per le aree rurali, che non garantiscono che i beneficiari siano gli agricoltori; in secondo luogo, perché anche con un target del 10% per le aree rurali le risorse complessive per l'agricoltura sarebbero insufficienti a soddisfare i fabbisogni per raggiungere tutti gli obiettivi strategici della Visione".
L'inserimento di un obiettivo rurale non cambia secondo l'Italia il vulnus della proposta della Commissione, che continua ad affidare allo Stato membro il compito di decidere, nel ripartire le risorse non pre-allocate, "se penalizzare la Politica di Coesione, la Politica agricola o la Politica della pesca", con un rischio evidente di "rinazionalizzazione delle politiche" e di "disparità tra agricoltori europei dei diversi Stati membri".
Anche lato governance, secondo il governo italiano, la proposta della Commissione non introduce alcun miglioramento: "la semplificazione non si ottiene inserendo in un unico contenitore strumenti profondamente diversi, ma migliorando i programmi esistenti ed imparando dalle lezioni del passato", ha detto il ministro, secondo cui sarebbe stato "molto più saggio semplificare ulteriormente gli attuali Piani strategici PAC, come abbiamo iniziato a fare con il pacchetto Omnibus".
In sintesi, per Lollobrigida, l'intero “pacchetto normativo va profondamente rivisto: non basta una modifica formale a carico di alcune disposizioni contenute nelle bozze di regolamento. Occorre intervenire sulla sostanza e con coraggio”. Un appello subito rilanciato dal ministro spagnolo Luis Planas Puchades, che ha ricordato la lettera già inviata da 17 Stati membri alla Commissione Europea per difendere l'autonomia giuridica e finanziaria della PAC nel QFP post 2027.
Per approfondire: Guida alla riforma della PAC nel QFP 2028-2034
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