Bilancio Europeo: le modifiche al QFP non convincono il Consiglio
Gli Stati membri restano profondamente critici sulla proposta di Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2028-2034. Nonostante le modifiche prospettate dalla Commissione Europea, l'assorbimento di PAC e Coesione nel Fondo unico, ma anche altri elementi dell'MFF, non convincono i 27.
Il Parlamento UE depone le armi: pronti a lavorare sul QFP 2028-2034
Quello che si è tenuto lunedì 17 novembre in Consiglio Affari generali è il terzo dibattito sul QFP post 2027, dopo le riunioni di luglio e ottobre. I nodi critici per gli Stati membri restano, tuttavia, sostanzialmente gli stessi segnalati sin da principio dalle delegazioni dei 27. Anzitutto, la perdita di autonomia finanziaria e giuridica delle tradizionali politiche dell'Unione. La Coesione, in difesa della quale è intervenuto in Consiglio Affari generali il ministro per gli Affari europei, la coesione e il PNRR, Tommaso Foti, rivendicandone il ruolo di politica strutturale per il sostegno agli investimenti a lungo termine. E la Politica Agricola Comune, al centro nella stessa giornata della dichiarazione presentata al Consiglio Agrifish dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e sostenuta altri sei paesi membri.
QFP 2028-2034: per l'Italia le aperture sulla PAC sono insufficienti
Le critiche del Consiglio alla proposta di QFP 2028-2034
Le modifiche al Fondo unico per la coesione, economica sociale e territoriale, l'agricoltura, lo sviluppo rurale e marittimo, la prosperità e la sicurezza prospettate la scorsa settimana dalla Commissione, tra cui un ruolo più marcato per le Regioni e un obiettivo rurale cui dovrebbe andare il 10% delle risorse dei Piani di partenariato, sono state giudicate insufficienti da un folto gruppo di paesi, che chiedono il ripristino di Coesione e PAC come politiche autonome.
Ma altri fronti di scontro sono aperti dai paesi frugali, che si oppongono all'emissione di nuovo debito comune, e quindi al nuovo strumento Catalyst Europe che dovrebbe fornire prestiti fino a 150 miliardi agli Stati membri per investire negli obiettivi europei, e non vogliono aumentare i contributi nazionali al bilancio UE, né rinunciare ai rebate di cui finora hanno beneficiato.
Prima scatola negoziale sul bilancio europeo post 2027 entro dicembre
Nonostante questo quadro, per la presidenza danese - ha spiegato in conferenza stampa al termine del Consiglio Affari generali la ministra per gli Affari europei Marie Bjerre - resta l'ambizione di sottoporre una prima scatola negoziale sul bilancio UE, senza cifre, al Consiglio europeo in agenda a fine anno. E anche se finora i dibattiti sull'MFF 2028-2034 organizzati da Copenaghen si sono dovuti concentrare soprattutto sulle questioni collegate alla prima rubrica del bilancio, quella cioé che ospita il Fondo unico, da parte dei 27 ci sarebbe supporto a lavorare per questo obiettivo.
Nel mese di novembre, quindi, la presidenza danese mira a completare l'esame degli elementi più generali relativi alle rubriche 3 (Europa globale) e 4 (Amministrazione), mentre il gruppo ad hoc sul QFP lavora sulle entrate e su tutte le proposte settoriali. Si punta punta così a presentare un primo progetto di schema di negoziato riguardante tutti gli elementi orizzontali politicamente sensibili del pacchetto al Consiglio Affari generali del 16 dicembre, subito prima del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre.
Per approfondire: La scatola negoziale sul QFP 2028-2034 conferma il Fondo unico per PAC e Coesione
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