Startup – notai ritirano sospensiva su costituzione online
I notai fanno un passo indietro e ritirano la sospensiva, davanti ai giudici del Tar, contro il decreto che dà il via libera alla costituzione online di startup innovative.
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Un mese di scontri tra notai e startup si chiude, almeno per il momento, con un cessate il fuoco: di queste ore la decisione del Consiglio nazionale del notariato di ritirare la richiesta di sospensione in via cautelare del decreto del Ministero dello Sviluppo economico, entrato in vigore il 20 luglio scorso, che permette di costituire startup innovative online, senza passare dal notaio. Ricostruiamo la vicenda.
Il decreto del MISE: startup senza notaio
Con decreto direttoriale del 1 luglio 2016 il MISE ha dato il via libera alla procedura semplificata per costituire una startup, attraverso il ricorso a un modello standard tipizzato con firma digitale. La norma, molto attesa, rappresenta l'attuazione della legge n. 33 del 24 marzo 2015, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, meglio nota come Investment Compact.
Il decreto approva le specifiche tecniche per la redazione del modello standard di atto costitutivo e statuto delle startup innovative in forma di società a responsabilità limitata. Escludendo, di fatto, l'intermediazione del notaio.
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Il ricorso dei notai
Il Consiglio nazionale del notariato non ha tardato a reagire presentando un ricorso al Tar contro il decreto. Ricorso basato su vizi di legittimità del provvedimento e la volontà di tutelare l'ecosistema italiano delle startup, in particolare gli imprenditori inesperti.
Da un lato, dunque, la questione giuridica: “Se inizialmente la normativa prevedeva sia l’atto in formato digitale che l’atto pubblico come modalità alternativa, di fatto, l’attuale provvedimento non contempla quest’ultimo. Inoltre siamo di fronte a un problema di gerarchia delle fonti poiché la norma che prevede come si costituisce una srl è una norma ordinaria che non può essere derogata da un decreto ministeriale”, spiega Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del notariato.
Dall'altro, la tutela delle 'fasce deboli': “Pensate quali drammatiche conseguenze potrebbe avere una startup costituita attraverso un atto digitale nel caso in cui il provvedimento che abbiamo impugnato possa essere dichiarato illegittimo nei prossimi anni anche attraverso una semplice causa civile. Con tutta probabilità sarebbe la stessa startup costituitasi sulle basi di questa nuova direttiva ad essere dichiarata illegittima così come tutti i rapporti contrattuali da essa posti in essere nell’arco del suo periodo di vita”, nota Marcoz.
“La possibilità di costituire una startup attraverso un modulo semplificato, inoltre, espone i fondatori a numerosi pericoli. Lasciare i rapporti di forza a un modello precostituito potrebbe essere molto rischioso soprattutto quando la startup ha a che fare con investitori e finanziatori”, conclude il consigliere.
Sospensiva ritirata, le startup cantano vittoria
“Il Presidente del collegio, nella seduta odierna - si legge in una nota diffusa dal Consiglio nazionale del notariato - ha ritenuto la causa suscettibile di essere decisa esclusivamente dopo un approfondito scrutinio di merito, diverso per natura da quello sommario tipico delle decisioni sulla misura cautelare (la sospensiva). Da un punto di vista meramente formale e procedurale il notariato ha assecondato la decisione del Presidente di esprimersi direttamente nel merito della controversia, fissando un’udienza molto ravvicinata alla data del 15 febbraio 2017”.
“Formalmente si va ad un’udienza di merito a febbraio 2017 – ha commentato su Facebook il presidente di Roma Startup Gianmarco Carnovale, che da subito si era opposto alla posizione dei notai – sostanzialmente abbiamo vinto: l’unica ragione per ritirare la richiesta di sospensiva, dopo aver detto urbi et orbi che con la costituzione online sarebbe caduto il mondo, può solo essere quella di aver compreso che il TAR avrebbe rigettato la richiesta, che significa un anticipo di sconfitta che sarebbe stato subito rilanciato da tutta la stampa. Ad ogni modo i fatti sono che ora in Italia si può costituire online una startup senza passare per il notaio”.