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Piano per la famiglia, un bando per agevolare il rientro post congedo parentale

 

Foto di Wayne Evans da PexelsNel Piano per la famiglia, firmato dalla ministra Eugenia Roccella, trova spazio anche uno strumento innovativo di finanziamento che supporterà gli interventi di welfare aziendale diretti a favorire il rientro di lavoratrici e lavoratori dal congedo parentale.

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Prospettato il 13 giugno 2023, durante la prima assemblea dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, il Piano nazionale per la famiglia 2025-2027 appena adottato dalla ministra Roccella è un documento di una sessantina di pagine che prevede un pacchetto di misure dirette a sostenere la natalità e il welfare per le famiglie.

Tra le azioni previste anche uno strumento innovativo di finanziamento (che potrebbe avere come format di riferimento quello di un avviso pubblico) per sostenere interventi di welfare aziendale a supporto del rientro al lavoro dei neogenitori dopo il periodo di congedo parentale.  

Piano Roccella: le azioni per il sostegno alla natalità

Il nuovo Piano per la famiglia segna un cambio di rotta rispetto alla precedente stretegia proposta dall'ex ministra del Governo Draghi Elena Bonetti, che si basava sul Family Act, ormai in buona parte archiviato, e sul PNRR, in relazione al contrasto alla denatalità e al sostegno all'occupazione femminile.

Il programma dell’esecutivo Meloni punta dritto al supporto delle famiglie sui territori, intesi come ecosistemi di attori sociali che cooperano per il benessere familiare, e - come viene esplicitamente detto nell'incipit del documento - ha il suo focus nel sostegno alla natalità. Partendo da questo presupposto, quindi, nel Piano Roccella vengono declinati gli strumenti e i processi operativi per garantire il raggiungimento di questo scopo, sintetizzati schematicamente in 14 schede-azione. 

Piano famiglia, un bando per il welfare aziendale a sostegno dei neogenitori

Sul fronte delle agevolazioni, il Piano Roccella promuove con l'Azione 2 una nuova misura per la genitorialità condivisa attraverso l'avvio di uno strumento innovativo per il finanziamento di interventi di welfare aziendale a supporto del rientro al lavoro di entrambi i neogenitori dal periodo di congedo parentale.

Il meccanismo potrebbe concretizzarsi sotto forma di un avviso pubblico, che "preveda una innovazione nell'attivazione di un percorso di condivisione con tutti gli attori interessati, a vario titolo, alla tematica e che possa garantire una maggiore rispondenza alla multidimensionalità dei fabbisogni di tutte le lavoratrici e di tutti lavoratori".

Le altre misure del Piano nazionale per la famiglia della ministra Roccella

Analizzando i contenuti del Piano, un'area significativa di intervento riguarda il potenziamento dei servizi di cura e la conciliazione vita-lavoro. In particolare, l'Azione 1 mira a individuare strumenti e a promuovere interventi sperimentali per rispondere ai bisogni di cura dei lavoratori, favorendo un maggiore work-life balance e migliorando la qualità di vita delle loro famiglie.

L'Azione 3 si concentra sul potenziamento del welfare aziendale 'amico della famiglia'. Sostanzialmente, la misura porterà, da un lato, alla definizione di un elenco degli enti pubblici e delle imprese private 'family friendly' e, dall'altro, alla realizzazione di una sezione del repository delle buone pratiche in questo campo a sostegno del benessere delle famiglie.

L'Azione 5, riconosciuta anche come "scheda madre" da cui si generano e articolano tutte le altre, mira a ridefinirne la funzione del Centro per la famiglia, concepito come un hub centrale per la governance territoriale delle politiche familiari, potenziandolo come punto di riferimento e coordinamento per tutti gli interventi a sostegno del benessere familiare. "Il Centro per la famiglia - si legge nel testo - diventa il centro gestionale e operativo di tutti gli interventi realizzati per promuovere il benessere della famiglia su uno specifico territorio", dato che "è stato immaginato che sia il centro fisico e operativo che raccorda tutte le azioni in favore delle famiglie, siano esse realizzate dalle imprese, dal terzo settore o dagli enti locali".

Per garantire l'efficacia del Piano, l'Azione 6 prevede un percorso di allineamento e potenziamento delle competenze degli operatori territoriali in materia di politiche familiari. Inoltre, l'Azione 7 definisce la figura del family welfare manager, un coordinatore delle politiche familiari a livello territoriale. A proposito di risorse umane specializzate, l'Azione 9 introduce figure di sostegno alla maternità, paternità e genitorialità nei primi mille giorni, con l'obiettivo di supportare concretamente i neogenitori nella fase più delicata anche per lo sviluppo futuro dei minori.

Nella strategia rientra anche l’avvio di due studi: uno su assegno unico, bonus asili nido e nuovi congedi per verificare e valutare quanto abbiano inciso sulle scelte relative alla natalità (Azione 11); l’altro sui giovani della Generazione Z (Azione 4), sempre più lontani dai progetti di genitorialità.

La collaborazione territoriale è promossa dall'Azione 8, che mira a creare una Rete dei comuni per la famiglia per condividere buone pratiche e attuare politiche attive per la natalità e il benessere familiare. L'attivazione e la valorizzazione di questa rete possono essere considerate una forma di investimento nella coesione territoriale e nella diffusione di modelli virtuosi.

Infine, un gruppo di azioni di sistema trasversali mira a migliorare la conoscenza, la valutazione e la comunicazione delle politiche familiari. Queste includono:

  • la definizione di un modello condiviso per la rilevazione dei bisogni delle famiglie (Azione 10),
  • lo sviluppo di strumenti di valutazione degli interventi per la famiglia (Azione 12),
  • la creazione di una linea guida per un'efficace comunicazione del Piano (Azione 13), 
  • l'implementazione di un sistema informativo sul welfare amico della famiglia (Azione 14). 

Consulta il Piano Nazionale per la Famiglia 2025- 2027

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