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RESourceEU: cosa prevede il Piano d'azione UE per l'approvvigionamento di materiali critici

 

Stéphane Séjourné - Photo credit: © Copyright European Union - 2025Basato sul Critical Raw Materials Act (CRMA), il Piano d'Azione RESourceEU mira a rafforzare l'autonomia dell'Unione Europea nell'approvvigionamento di materie prime critiche, come il cobalto e il litio, e a proteggere l'industria europea da rischi geopolitici e volatilità dei prezzi.

Al via le registrazioni al Raw Materials Mechanism

Annunciato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel mese di ottobre, il piano RESourceEU mira a garantire la disponibilità di materie prime per settori industriali chiave - dall'automotive ai motori industriali, dalla difesa all'aerospaziale, o ai chip AI ai data center - e a proteggere le catene del valore dell'UE dalle interruzioni dell'approvvigionamento.

L'iniziativa rientra nella comunicazione congiunta sul rafforzamento della sicurezza economica, presentata dalla Commissione contestualmente a RESourceEU il 3 dicembre, di cui il Piano rappresenta la prima proposta faro.

RESourceEU, il Piano per ridurre la dipendenza dell'UE sulle materie prime critiche

Attraverso il Piano d'azione RESourceEU, la Commissione intende fornire sia finanziamenti che strumenti operativi per ridurre le dipendenze strategiche dell'Unione, proteggere l'industria da shock geopolitici e di prezzo, promuovere progetti sulle materie prime critiche in Europa e fuori dall'UE, e collaborare con paesi affini per diversificare le catene di approvvigionamento. Obiettivi che si riflettono nei tre i pilastri della strategia, che riguardano appunto: la protezione del mercato interno, la promozione di progetti strategici; la diversificazione delle catene di approvvigionamento.

Relativamente al primo asse, cioé la protezione dell'industria europea da shock geopolitici e di prezzo, la Commissione prevede l'istituzione, all'inizio del 2026, di un Centro europeo per le materie prime critiche, deputato a fornire informazioni di mercato, indirizzare e finanziare progetti strategici, utilizzando strumenti su misura con partner privati e pubblici, e agire come gestore di portafoglio per catene di approvvigionamento diversificate e resilienti, anche attraverso acquisti congiunti e stoccaggio. Parallelamente, la Piattaforma delle Materie Prime faciliterà gli sforzi delle aziende per aggregare la domanda, acquistare congiuntamente materie prime strategiche e garantire accordi di ritiro (offtake agreements). Infine, sempre all'inizio del prossimo anno la Commissione punta ad avviare un programma pilota, su cui è in corso il lavoro con gli Stati membri, per un approccio coordinato dell'UE allo stoccaggio delle materie prime critiche, cui dovrà affiancarsi l'azione di monitoraggio, coordinamento delle crisi e difesa contro le interferenze ostili.

Nell'alveo delle azioni per la protezione del mercato interno, la Commissione intende anche introdurre, all'inizio del 2026, delle restrizioni all'esportazione di rottami e rifiuti di magneti permanenti, insieme a misure mirate sui rottami di alluminio. Queste misure - che la Commissione si impegna ad elaborare sulla base di una valutazione approfondita degli impatti - dovrebbero condurre ad un potenziamento della capacità di riciclo dell'UE e potrebbero essere seguite da azioni analoghe per i rottami di rame. All'obiettivo di incentivare il riciclo dei rifiuti pre-consumo per i magneti permanenti, vale a dire materiali sprecati durante la produzione, come rottami, rifilature e prodotti difettosi, dovrebbe contribuire anche un emendamento mirato al CRMA volto ad espandere i requisiti di etichettatura dei prodotti, mentre un piano d'azione ad hoc, in questo caso atteso entro la metà del 2026, dovrebbe sostenere sia i fertilizzanti domestici e i nutrienti riciclati, che alternative per affrontare le dipendenze dai fertilizzanti prodotti da materie prime critiche.

Passando al secondo pilastro, la Commissione intende sostenere lo sviluppo di progetti di materie prime critiche, agendo sia sul fronte della riduzione dei rischi degli investimenti che sull'accelerazione delle autorizzazioni. Fronte investimenti, in particolare, Bruxelles punta su strumenti finanziari di riduzione del rischio, per arrivare a mobilitare fino a 3 miliardi di euro nell'arco dei prossimi 12 mesi, in particolare a sostegno dei progetti in grado di fornire forniture alternative a breve termine. Un ruolo decisivo in questo contesto sarà svolto naturalmente dalla BEI, la Banca europea per gli investimenti.

Infine, c'è il tema della collaborazione con paesi affini per diversificare e rendere più sicure le catene di approvvigionamento. Il punto di partenza saranno i 15 partenariati strategici siglati con paesi ricchi di risorse, di cui il più recente è quello con il Sudafrica, ma in cantiere ci sono già l'avvio dei negoziati con il Brasile e l'elaborazione di quadri di investimento dedicati per catene del valore integrate di materie prime critiche con l'Ucraina, i Balcani occidentali e i paesi vicini meridionali. Una spinta alla diversificazione degli approvvigionamenti dovrebbe venire poi da progetti nell'ambito del Global Gateway con i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo, oltre che dall'impegno UE a sostegno dell'alleanza per la produzione di minerali e della tabella di marcia del G7.

“In questa corsa globale per i materiali di cui le nostre industrie hanno più bisogno – ha commentato il Vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné - RESourceEU è un motore della nostra sovranità industriale. Una pietra angolare della sicurezza economica europea."

RESourceEU Action Plan

Proposal for targeted amendments to the European Critical Raw Materials Act

Comunicazione congiunta sulla sicurezza economica

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