Corte Conti UE, nel QFP post 2027 aumentare impatto e controllo dei fondi europei
Il prossimo bilancio a lungo termine dell'UE rappresenta una grande opportunità per imparare dal passato e progettare un Quadro finanziario pluriennale (QFP) più mirato e d'impatto, capace di sostenere adeguatamente le priorità politiche dell'Unione. Le raccomandazioni della Corte dei Conti europea.
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Analizzando la comunicazione sul QFP della Commissione europea e le lezioni tratte dai bilanci pluriennali precedenti, i giudici di Lussemburgo individuano alcune aree chiave del Quadro finanziario pluriennale post 2027 su cui intervenire per aumentare efficienza ed efficacia dei fondi europei. Il prossimo QFP dovrà prevedere maggiore semplificazione e flessibilità, basarsi su una definizione chiara di valore aggiunto dell'UE e su un finanziamento stabile, ma anche garantire responsabilità e controllo della spesa. Per la Corte serve un audit esterno indipendente per tutte le spese previste nell'ambito del bilancio europeo e il ricorso a meccanismi di finanziamento non collegati ai costi dovrebbe avvenire solo a fronte di un'adeguata misurazione delle performance.
Le raccomandazioni della Corte dei Conti UE per il QFP post 2027
Nella sua analisi la Corte mette a dialogo le sfide e le priorità individuate nella comunicazione pubblicata dalla Commissione europea nel febbraio 2025, in vista delle proposte legislative attese il 16 luglio sul prossimo Quadro finanziario pluriennale, con le lezioni tratte dall'esperienza di audit delle entrate e delle spese del bilancio dell'UE. Ne deriva l'individuazione di diverse "opportunità per le entrate e per la progettazione e le regole di bilancio dell'UE" che - ha spiegato Jan Gregor, il membro dell'ECA responsabile del documento - possono "contribuire alle decisioni da prendere”.
Anzitutto, la Corte chiede di considerare sistematicamente il valore aggiunto dell'UE nelle decisioni di finanziamento per aumentare la focalizzazione sui risultati. Ciò richiede, però, che il concetto di valore aggiunto dell'UE sia compreso allo stesso modo da tutte le istituzioni europee e articolato in un'appropriata dichiarazione politica o legislazione dell'UE. Senza una definizione chiara e un'applicazione coerente, il valore aggiunto dell'UE non può infatti essere misurato efficacemente.
La Corte sottolinea poi che il prossimo bilancio a lungo termine dell'UE dovrà anche coprire un elenco crescente di esigenze, incluso il rimborso del denaro preso in prestito per lo strumento NextGenerationEU utilizzato per la ripresa dal Covid. Dal 2028, tra quota capitale e interessi correlati, la somma da rimborsare in quest'area nell'ambito del prossimo bilancio a lungo termine si aggirerà sui 25-30 miliardi di euro all'anno, un impegno che comprimerà gli spazi per il bilancio imponendo di coprire le esigenze finanziarie dell'UE con flussi di entrate stabili e semplificati. Queste entrate, secondo la Corte, potranno venire nuovamente dall'emissione di debito comune, a patto di stabilire chiaramente le esigenze e le fonti di finanziamento, mitigare i rischi e redigere un piano di rimborso in anticipo, da nuove risorse proprie e dal rafforzamento dei meccanismi di riscossione dei dazi doganali e dell'imposta sul valore aggiunto.
Altro tema chiave è quello della semplificazione, anche per ridurre il rischio di irregolarità e alleviare l'onere amministrativo sia per le amministrazioni che gestiscono i fondi europei che per i beneficiari finali. Allo stesso tempo la Corte avverte che la semplificazione non deve avvenire a scapito della responsabilità, anzi la razionalizzazione delle regole va condotta evitando ambiguità o una riduzione della supervisione.
Questa raccomandazione si applica anche all'adozione di meccanismi di finanziamento non legati ai costi che, secondo il documento, dovrebbero essere utilizzati solo quando si è in grado di assicurare un chiaro legame tra finanziamento e risultati. Di recente la Corte ha infatti messo in evidenza come lo stesso Recovery and Resilience Facility (RRF), pensato come uno strumento performance-based, presenti in realtà debolezze per quanto riguarda l'attenzione alle prestazioni, il finanziamento di misure a costo zero, la definizione delle condizioni di pagamento e di ammissibilità, la necessità di chiare responsabilità di supervisione e controllo e la protezione degli interessi finanziari dell'UE. Nel prossimo QFP, per i giudici di Lussemburgo, questa lezione dovrà ispirare un uso più accorto dei finanziamenti non collegati ai costi.
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Per migliorare il controllo della spesa, la Corte si candida anche come organismo deputato, sulla base di un mandato chiaro, a verificare tutte le spese previste dal prossimo bilancio pluriennale, per arrivare fino al livello del destinatario finale. Attualmente la Corte dei conti europea ha diritti di audit su alcuni strumenti, ma non è in grado di svolgere pienamente il ruolo di revisore esterno dell'UE. Nel prossimo QFP, si legge nel documento, la Commissione e le autorità legislative dell'UE dovrebbero invece sviluppare principi per una responsabilità e trasparenza efficaci rispetto a tutte le finanze dell'UE, prevedendo per la Corte pieni diritti di audit su qualsiasi atto legislativo che disciplini qualsiasi nuovo strumento, meccanismo o strumento di finanziamento deciso sia all'interno che all'esterno del bilancio UE.
Analisi 3/2025 “Opportunità per il quadro finanziario pluriennale post-2027”
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