FASI: Funding Aid Strategies Investments

Bilancio europeo 2028-2034: il QFP post 2027 vale 2 mila miliardi

 

Commissario Serafin - Credit: Parlamento EuropeoLa Commissione Europea ha presentato la sua proposta di Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2028-2034: quasi 2 trilioni di euro per tre pilastri - Partenariati nazionali e regionali con dentro Coesione e PAC; Fondo per la competitività; Global Europe - più una rubrica per le spese amministrative.

Il Parlamento UE è pronto a respingere la proposta della Commissione sul QFP post 2027

Dopo ore di attesa, mentre fuori dal Parlamento Europeo andava in scena una nuova protesta degli agricoltori contro l'assorbimento della PAC nel Fondo unico nazionale, il commissario al Bilancio Piotr Serafin ha svelato alla commissione Budget del PE la proposta di Multiannual Financial Framework (MFF) 2028-2034 adottata oggi dal collegio dei commissari. Un'iniziativa diretta a riconoscere il ruolo del Parlamento Europeo e a placare gli eurodeputati che da settimane denunciano lo scarso coinvolgimento sul nuovo bilancio europeo post 2027 e che ieri hanno minacciato di respingere la proposta sul QFP.

La scelta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen di presentarsi quasi contestualmente alla stampa, in contrasto con l'impegno preso di anticipare al PE la proposta sul bilancio UE post 2027 prima della comunicazione al pubblico, e il fatto che il commissario non abbia illustrato agli eurodeputati della commissione Budget documenti formali, ma un QFP in slide, non hanno di fatto allentato la tensione tra Parlamento e Commissione. Ma soprattutto, al di là degli aspetti formali, sulla sostanza l'Esecutivo von der Leyen ha tirato dritto per la sua strada.

A livello finanziario, il nuovo QFP si annuncia ambizioso: quasi 2 mila miliardi. Un bilancio "più forte, intelligente e mirato, il più ambizioso di sempre, strategico, flessibile e trasparente", ha rivendicato von der Leyen. Ma la critica del PE è che non è chiaro quanto lo sia effettivamente rispetto all'attuale MFF 2021-2027, considerando l'inflazione e il fatto che almeno lo 0,11% delle risorse sarà drenato dal rimborso del debito contratto con Next Generation EU per finanziare i PNRR.

A livello di struttura, invece, il Quadro finanziario pluriennale proposto dalla Commissione von der Leyen conferma la volontà di assorbire tutti i fondi destinati agli Stati membri in un unico fondo dedicato ai National Plan, ribattezzati Piani di partenariato nazionali e regionali per le riforme e gli investimenti. Al loro interno finiscono anche Coesione e PAC, che perdono la loro autonomia finanziaria.

A quanto ammonta il bilancio europeo 2028-2034

In tutto la proposta di bilancio pluriennale della Commissione vale quasi 2 mila miliardi, l'1,26% del reddito nazionale lordo dell'UE in media tra il 2028 e il 2034. Queste risorse sono distribuite tra quattro grandi voci di spesa: i Piani di partenariato nazionali e regionali; il Fondo europeo per la competitività, che assorbe un nutrito numero di programmi a gestione diretta lasciandone una manciata autonomi, come Erasmus Plus; lo strumento per l'azione esterna Global Europe; la rubrica dedicata alle spese amministrative.

Rubrica 1 - National and Regional Partnership Plans (NRPP)

Ai Piani di partenariato nazionali e regionali vanno 865 miliardi di euro per coesione, sviluppo rurale, pesca, migrazione, politiche sociali, sicurezza alimentare, sicurezza interna e gestione delle frontiere. I 27 dovranno combinare priorità europee e fabbisogni regionali e al centro, ha assicurato von der Leyen, restano agricoltura e coesione.

Nella proposta 300 miliardi sono destinati al sostegno al reddito degli agricoltori, con il raddoppio della riserva di crisi, 2 miliardi vanno ai finanziamenti per la pesca e l'acquacoltura. Fronte coesione la Commissione propone di destinare 218 miliardi alle regioni meno sviluppate con un obiettivo minimo per la spesa sociale cui spetta almeno il 14% della dotazione assegnata a ciascuno Stato membro.

Dentro ai Piani nazionali e regionali rientrano anche i finanziamenti per gestione della migrazione, frontiere esterne e sicurezza interna, per cui la Commissione propone 34 miliardi di euro, il triplo del precedente QFP. 

Rubrica 2 - European Competitiveness Fund e Horizon Europe

Al nuovo Fondo europeo per la competitività sono destinati circa 409 miliardi di euro, ma il commissario Serafin si è spinto a parlare di 451 miliardi, includendo l'Innovation Fund. L'ECF farà da punto di accesso unico ai finanziamenti dell'UE e, sul modello di InvestEU, che diventa uno strumento della sua cassetta degli attrezzi, punterà a catalizzare investimenti pubblici e privati.

Quattro le finestre previste all'interno del Fondo:

  • transizione pulita e decarbonizzazione
  • transizione digitale
  • salute, biotecnologie, agricoltura e bioeconomia
  • difesa e spazio,

cui contribuiranno trasversalmente i diversi programmi a gestione a diretta assorbiti nello strumento ombrello, oltre che i Partenariati nazionali e regionali. Agli stessi obiettivi contribuirà Horizon Europe, il decimo programma quadro per la ricerca e l'innovazione dell'UE, collegato all'European Competitiveness Fund, con un budget potenziato a 175 miliardi di euro.

Un deciso incremento, come da attese, viene proposto anche per gli investimenti in difesa, sicurezza e spazio, cui Bruxelles riserva 131 miliardi del Fondo europeo per la competitività, cinque volte più del livello di spesa attuale, cui si aggiunge la possibilità per gli Stati membri di sostenere, su base volontaria e in base alle rispettive esigenze, anche progetti legati alla difesa nell'ambito dei National Plans.

Nell'ambito del Fondo competitività la Commissione raddoppia i fondi per il CEF Trasporti, che potrà supportare investimenti per la mobilità mobilitare e le infrastrutture per la difesa, e quintuplica la spesa per il CEF Energia, le due sezioni del Connecting Europe Facility che ora rientrano nel Fondo per la competitività.

Rubrica 3 - Global Europe

Il terzo pilastro è un altro maxi contenitore, Global Europe, per cui la Commissione propone una dotazione di 200 miliardi di euro per il periodo 2028-2034, con un aumento del 75% delle dotazioni per gli strumenti esistenti inglobati nel dispositivo, dai Partenariati strategici alla Global Gateway, fino agli aiuti umanitari. A questi si aggiungono 100 miliardi per lo strumento per l'Ucraina, ulteriori rispetto ai finanziamenti per le operazioni con aspetti militari coperte dallo Strumento europeo per la pace e ai fondi per le azioni della Politica Estera e di Sicurezza Comune dell'UE, per cui Bruxelles propone un importo totale di 3,4 miliardi di euro.

Con il QFP la Commissione propone anche un nuovo meccanismo, denominato Catalyst Europe, per dare agli Stati membri la possibilità di investire negli obiettivi europei con prestiti fino a 150 miliardi sostenuti dall'Unione.

Risorse proprie

Con il QFP la Commissione ha presentato anche un nuovo paniere di entrate, in particolare cinque nuove risorse proprie, da cui si punta a ricavare circa 58,5 miliardi di euro all'anno (a prezzi del 2025).

La prima si basa sul Sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS), attraverso un adeguamento mirato delle entrate generate, per assicurare al bilancio UE mediamente circa 9,6 miliardi di euro all'anno.

La seconda invece va ad attingere alle entrate generate dal Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), per una media di circa 1,4 miliardi di euro all'anno.

La terza risorsa propria sarebbe basata sugli e-waste, tramite una tassa sui rifiuti elettronici non raccolti che dovrebbe generare entrate per circa 15 miliardi di euro all'anno.

Vi è poi una risorsa propria ricavata attraverso un'aliquota applicata all'accisa sul tabacco specifica per Stato membro, con introiti stimati in circa 11,2 miliardi di euro all'anno.

Infine, la risorsa propria denominata CORE, un contributo forfettario annuale da parte delle grandi imprese con un fatturato annuo netto di almeno 100 milioni di euro che operano e commercializzano beni e servizi nel mercato interno, da cui si prevede di ottenere circa 6,8 miliardi di euro all'anno.

Entità del budget e Partenariati nazionali: i principali nodi critici del QFP post 2027

Sin dal Competitiveness Compass - la roadmap pubblicata il 29 gennaio dalla Commissione europea per porre la competitività al centro di tutto le politiche dell'UE - l'Esecutivo guidato da Ursula von der Leyen ha manifestato l'intenzione di rivoluzionare la struttura e l'allocazione dei fondi europei nel QFP post 2027, attraverso 27 Piani nazionali per la programmazione dei fondi assegnati agli Stati membri in gestione concorrente e un Competitiveness Fund a fare da strumento ombrello per buona parte dei programmi in gestione diretta.

Questo orientamento è stato confermato dalla comunicazione sul QFP post 2027 pubblicata a febbraio, con cui Bruxelles ha chiarito definitivamente che per il bilancio UE 2028-2034 lo status quo non sarebbe stato un'opzione. E poi meglio dettagliato dall'intervento della presidente von der Leyen alla "Annual EU Budget Conference" di maggio, dove per la prima volta la locuzione National Plans è stata soppiantata dai più accomodanti “Partenariati nazionali e regionali per gli investimenti e le riforme” cercando di placare la protesta che iniziava a montare a livello delle regioni e degli enti locali, ma anche di alcuni di governi.

Nei fatti però, come ha sottolineato ieri il co-relatore per il Parlamento UE Siegfried Mureşan (PPE) alla vigilia del disvelamento del QFP, la sostanza non cambia: la proposta della Commissione unifica tutti i fondi europei in gestione concorrente (FESR, FC, FSE, JTF,  Politica agricola comune, FEAMPA,  Fondo sociale clima, fondi europei per migrazione e asilo, sicurezza interna, più altri programmi) in una dotazione che i 27 possono programmare e riallocare a loro discrezione, fatti salvi alcuni paletti posti da Bruxelles. Questo almeno è il timore, soprattutto per i sostenitori delle due principali politiche dell'UE, la Coesione e la PAC, tradizionalmente destinarie dei due terzi del bilancio europeo. Con il Fondo unico, i finanziamenti per la lotta ai divari territoriali, così come quelli per l'agricoltura, potrebbero essere distolti dalle loro finalità originarie per coprire altre priorità e urgenze europee, o peggio, per colmare i gap di investimenti pubblici nazionali, in barba al principio dell'addizionalità dei fondi europei.

Questo cambiamento radicale dell'architettura del QFP sarà, insieme alla dimensione del bilancio e ai criteri di attribuzione dei fondi ai 27, il principale nodo su cui plausibilmente verterà nei prossimi mesi il negoziato che dovrà condurre all'adozione del nuovo Multiannual Financial Framework (MFF). Adozione che richiede il via libera del Parlamento a maggioranza assoluta. Per questo, dopo l'avvertimento di ieri dei co-relatori Siegfried Mureşan (PPE) e Carla Tavares (S&D), oggi il PE è tornato ad annunciare battaglia.

Per continuare a leggere gli articoli inserisci la tua...
o