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Polizze catastrofali imprese: in arrivo il decreto, ma spunta l'ipotesi di rinvio a fine 2025

 

Foto di Pixabay da PexelsIn un momento di grande tensione in cui l’attenzione dell’opinione pubblica – a seguito dell’ennesima emergenza alluvione in Emilia Romagna - è concentrata sulle catastrofi naturali, il testo definitivo del decreto sull’obbligo delle polizze catastrofali per le imprese è ormai in dirittura di arrivo. Per scoprire le disposizioni finali è necessario attendere l’emanazione del decreto, ma intanto spunta l’ipotesi di rinviare l’obbligo di stipulazione delle polizze per le imprese a fine 2025.

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Prima di essere svelato il decreto nella sua forma definitiva, è prevista per lunedì 23 settembre 2024 una riunione al MIMIT che coinvolgerà le imprese, l’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e Aon, gruppo italiano che fornisce consulenza per la gestione dei rischi e dei programmi assicurativi.

L’introduzione dell’obbligo di polizze assicurative per le imprese nella manovra 2024

L’obbligo per tutte le imprese (ad esclusione di quelle agricole, gestite dal Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole causati da alluvione, gelo-brina e siccità) di stipulare assicurazioni contro i rischi causati da catastrofi naturali – ormai sempre più frequenti con il peggiorare dei danni ambientali legati ai cambiamenti climatici – è stato introdotto dalla Manovra 2024. L’obiettivo principale della misura è di avere, anche in Italia, una copertura per i danni catastrofali subiti dalle imprese che sia fornita dalle assicurazioni private e che si vada ad affiancare agli aiuti pubblici, tendenzialmente sempre più frequenti dato l'impatto crescente dei cambiamenti climatici. 

Rientrano, tra gli altri, nella definizione di calamità naturali le frane, i terremoti, le alluvioni, la siccità. Fenomeni che purtroppo occupano, sempre più frequentemente, lo spazio di cronaca in Italia: basti pensare all’Emilia-Romagna, piegata dall’alluvione del 2023 e che, anche quest’anno, sta vivendo nuovamente un’emergenza legata a gravi esondazioni e inondazioni. Una situazione che ha spinto il ministro della Protezione civile Nello Musumeci a polemizzare sulla gestione dei fondi pubblici da parte dell’amministrazione regionale, dato che negli ultimi 10 anni l’Emilia Romagna ha ricevuto oltre 500 milioni di risorse. Musumeci ha poi parlato della possibilità di introdurre l’obbligo di sottoscrivere polizze per danni catastrofali anche per le famiglie. Un cambio di rotta radicale visto che, finora, questi danni sono sempre stati coperti dalle risorse dello Stato.

Tornando alla misura, così come è stata pensata nell’ambito della Manovra, essa punta ad avere un duplice effetto benefico: da un lato contribuisce a tutelare le imprese garantendo una copertura in tempi più rapidi; dall’altro mira ad assicurare un impatto positivo anche sui conti pubblici che faticano a stare al passo coi costi per risarcimenti e ricostruzioni pubbliche e private.

In breve, le disposizioni della Manovra prevedono che le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia stipulino contratti assicurativi, entro il 31 dicembre 2024, per coprire danni a terreni e fabbricati, impianti, e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali direttamente causati da calamità naturali. Nel dettaglio, secondo la legge di bilancio:

  • uno scoperto (ovvero una quota di valore che può essere a carico dell’assicurato) o franchigia (l’obbligo per l’assicurato di farsi carico di una parte del costo del sinistro a fronte di un premio più contenuto) fino a un massimo del 15% del danno;
  • la previsione di premi proporzionali al rischio.

Per assicurarsi che le imprese stipulino le polizze, la legge prevede anche un sistema sanzionatorio, gestito dall’IVASS (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), che dovrebbe irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria da 100.000 a 500.000 euro. In caso di mancata stipulazione, inoltre, le imprese potrebbero incontrare ostacoli nel processo di assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni finanziarie, provenienti da risorse pubbliche.

In questo contesto, anche SACE svolge un ruolo fondamentale, quello cioè di garantire un'efficace gestione del rischio da parte delle compagnie assicurative per la copertura dei danni legati a catastrofi. Il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal MEF, infatti, con un limite massimo di copertura pari a 5 miliardi di euro, può concedere agli assicuratori e riassicuratori del mercato privato una copertura fino al 50% degli indennizzi. La legge di bilancio prevede, in ultimo, l’intervento dello Stato che dovrebbe fornire una garanzia statale sulle obbligazioni di SACE.

Le anticipazioni sul decreto MEF-MIMIT sulle polizze catastrofali e l’ipotesi di slittamento a fine 2025

I termini previsti dalla manovra potranno essere modificati dal nuovo decreto attuativo MIMIT-MEF. La riunione prevista per lunedì 23 settembre è una fase preliminare alla pubblicazione del provvedimento definitivo, che vedrà la partecipazione dei due ministeri coinvolti, dei rappresentanti delle imprese interessate - tra cui Confindustria - dell’IVASS e di SACE.

Impossibile, prima dell’emanazione finale, stabilire con esattezza il contenuto della misura, ma è probabile che diversi punti della bozza circolata nelle settimane scorse siano confermati. Come ad esempio l’obbligo per le compagnie di assicurazione di fornire una copertura fino al 100% per beni entro 1 milione di euro, percentuale che dovrebbe calare al 70% per asset per un valore da 1 a 30 milioni di euro. Da sottolineare che nel caso di valori oltre i 30 milioni, invece, la bozza di decreto lascerebbe a assicurazioni e imprese di stabilire la percentuale di copertura da garantire.

Altre predisposizioni fin qui rivelate da anticipazioni di stampa, invece, potrebbero essere soggette a modifiche. Potrebbe essere il caso, ad esempio, delle scadenze, fissate dalla legge di bilancio dello scorso anno, entro cui le imprese dovrebbero stipulare le polizze catastrofali (cioè il 31 dicembre 2024). È probabile che venga inserito un periodo di transizione per consentire a imprese e compagnie assicurative di adattarsi. Proprio ieri, infatti, un emendamento di FdI al decreto Omnibus ha introdotto la previsione di posticipare l’obbligo alla fine del 2025.

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