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Data Center, la consultazione MIMIT sulla strategia per attrarre investimenti esteri

 

Foto di Lightsaber Collection da UnsplashFino al 16 agosto è possibile partecipare alla consultazione pubblica sulla Strategia per l’attrazione in Italia degli investimenti industriali esteri in Data Center, infrastrutture essenziali per lo sviluppo tecnologico, la digitalizzazione, la sicurezza e la competitività a livello UE.

Via libera alla Strategia italiana per le tecnologie quantistiche

Frutto della collaborazione tra Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), e Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), la strategia costituisce un testo di indirizzo per lo sviluppo e la distribuzione delle infrastrutture digitali strategiche sul territorio e mira a favorire la nascita di un ecosistema competitivo per i Data Center (DC)

In particolare, il documento punta a promuovere la posizione dell’Italia come hub di investimenti per il settore, garantendo una localizzazione equilibrata e sostenibile, in linea con le caratteristiche e le esigenze delle diverse aree del Paese. 

Più in dettaglio, la Strategia si articola in cinque capitoli, tra i quali uno dedicato alle tematiche green e agli impatti ambientali, dove viene messa in evidenza l’attenzione delle istituzioni europee sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale dei Data Center. 

Nella sezione finale del documento, il MIMIT riporta infine delle azioni cruciali per far acquisire maggiore centralità all'Italia in questo mercato, individuando tra queste anche il sostegno agli investimenti nella produzione di energia rinnovabile

Cosa prevede la Strategia per l’attrazione degli investimenti in Data Center in Italia

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha delineato una Strategia per attrarre investimenti industriali esteri nel settore dei Data Center, con l'obiettivo primario di fornire un quadro di riferimento e facilitare la realizzazione omogenea di queste infrastrutture su tutto il territorio nazionale. 

I Data Center, definiti come complessi di strutture fisiche e tecnologiche per la progettazione, lo sviluppo di servizi informatici e la gestione dei dati, sono considerati attori strategici della filiera digitale e strumenti abilitanti fondamentali per la competitività di imprese, Pubblica Amministrazione e della società nel suo complesso, rendendo concretamente possibili servizi di nuova generazione come il quantum computing e l'intelligenza artificiale (IA).

In tale contesto, l'Italia si sta affermando come destinazione di interesse per gli investitori esteri, non solo per l'esigenza di espandere la copertura geografica dei Data Center in Europa, ma anche in virtù della sua rilevante economia a livello europeo e della sua posizione nel Mediterraneo, che la rende un punto di approdo privilegiato per i cavi sottomarini in fibra ottica. Questo potenziale è al centro della Strategia del MIMIT. 

Partendo da un’analisi delle particolarità del mercato italiano dei Data Center, nel documento di indirizzo il ministero riporta alcuni dati puntuali, anzitutto, in riferimento al mercato italiano dei DC in “co-location”, che ha raggiunto nel 2023 un valore di 654 milioni di euro (+10% rispetto al 2022), con proiezioni che indicano un possibile raddoppio entro il 2025.

In secondo luogo, contrariamente ad altri Paesi dell'UE dove i Data Center tendono a concentrarsi nelle capitali, nella Strategia vieve sottolineato come l'Italia si distingua per la sua "attrattività tecnologica dei territori", che consente una distribuzione più capillare e omogenea di questi centri. Tale attrattività è data dalla presenza in diverse Regioni di elementi chiave come approdi di cavi sottomarini in fibra ottica, Punti di Interscambio Dati (IXP), una robusta rete elettrica in altissima tensione, supercomputer (come Leonardo a Bologna, Da Vinci a Genova e HPC6 a Pavia). A rafforzare ulteriormente l'attrattività del territorio italiano contribuisce anche la Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno, che supporta lo sviluppo economico nelle Regioni meridionali tramite semplificazioni amministrative e agevolazioni per gli investimenti.

Per quanto concerne i dati relativi ai numeri di Data Center nel Paese, il MIMIT riporta la presenza di 160 centri (di cui il 60% in Lombardia e Piemonte), con una domanda energetica che supera i 40 GW. 

"Il nostro tessuto industriale fatto di molte PMI si presta, peraltro, in modo naturale anche allo sviluppo degli “Edge Data Center”, precisa il MIMIT nel documento sulla Strategia. Tali DC, tipicamente più piccoli, hanno consumi medi inferiori ai 2 MW, e si adattano bene al tessuto industriale italiano, caratterizzato per lo più da PMI. I vantaggi di questi DC più piccoli, spiega il ministero, sono legati a caratteristiche quali la velocità, l’affidabilità e la sicurezza IT, contribuendo a colmare il divario digitale nelle aree meno servite, a patto di garantire un'adeguata connessione a banda ultralarga.

In riferimento, invece, ai mercati strategici legati allo sviluppo dei Data Center, il ministero evidenzia la posizione dell'Italia rispetto a due comparti in particolare: quello del Public e Private Cloud, che nel 2023 aveva un valore di 4,8 miliardi di euro; e quello dell'Intelligenza Artificiale (IA), che ha visto una crescita del 52% nel 2023 rispetto all'anno precedente, raggiungendo un valore di 760 milioni di euro. 

Gli impatti ambientali dei data center

La crescente consapevolezza in merito agli impatti ambientali dei Data Center, ha portato l'Unione Europea a porre una notevole attenzione al tema sin dal 2008, prevedendo norme specifiche come il Regolamento (CE) 2008/1099 e, più recentemente il Regolamento della Commissione 1364/2024, che ha fornito una definizione univoca dei DC a livello UE e stabilito i requisiti tecnici tramite gli standard ISO/IEC TS 22237. 

A ciò si aggiunge la Direttiva (UE) 2023/1791 sull'efficienza energetica, che stabilisce un sistema comune per classificare la sostenibilità dei Data Center, obbligando di fatto gli operatori, inclusi quelli in co-location e co-hosting, a comunicare dati sui consumi e una "rendicontazione di sostenibilità" alla banca dati europea.

Un aspetto cruciale della sostenibilità, evidenzia il MIMIT nel documento, è la prevenzione del consumo di suolo "greenfield", privilegiando l'utilizzo di aree industriali dismesse (brownfield), per la costruzione di nuove infrastrutture. Tra i temi centrali legati alla sostenibilità dei Data Center, una particolare enfasi è posta sul consumo di acqua, un bene prezioso al centro della nuova "Water Resilience Strategy" della Commissione UE. In particolare, per misurare l'efficienza idrica dei Data Center, Bruxelles ha introdotto il Water Usage Effectiveness (WUE), che rappresenta il rapporto tra il consumo idrico totale e la capacità energetica. Alcuni operatori più virtuosi hanno già implementato sistemi di raffreddamento a ciclo chiuso, che riciclano l'acqua internamente riducendo la necessità di approvvigionamenti continui dopo un riempimento iniziale. Tuttavia, il consumo idrico può essere ancora elevato in molti Data Center, generando potenziali conflitti con altri usi prioritari dell'acqua, come quello umano e agricolo, rendendo il tema ancora più critico a fronte dei cambiamenti climatici.

Per affrontare questa sfida, l'Italia sta puntando sul riutilizzo delle acque reflue come un fattore chiave per attrarre gli investimenti nei Data Center. Attualmente, solo una piccola percentuale (4%) dei reflui depurati viene riutilizzata, principalmente per scopi irrigui. Pertanto, per superare l'obsolescenza della normativa vigente (DM 185/2003), è in fase di completamento un nuovo DPR sul riutilizzo delle acque reflue, che si baserà sulla gestione del rischio e amplierà le possibilità di impiego delle acque reflue affinate, includendo cicli termici industriali e sistemi di riscaldamento/raffreddamento.

Sul fronte dell'efficienza energetica, la Direttiva 2024/3019 sulle acque reflue urbane prevede che gli impianti di depurazione raggiungano la neutralità energetica entro il 2045, producendo energia rinnovabile in loco o acquistandola esternamente. Gli eventuali surplus energetici da questi impianti potrebbero contribuire a soddisfare l'ingente domanda energetica dei Data Center, che in Italia, come già accennato, ha superato i 40GW di potenza. 

Per affrontare tutte queste sfide ambientali, come parte della Strategia, il MIMIT intende valutare l'introduzione di premialità per i Data Center che dimostrano una particolare virtuosità ambientale. Ciò include, ad esempio, gli impianti che implementano la circolarità nel settore idrico attraverso sistemi di raffreddamento a ciclo chiuso o l'uso di acque reflue affinate. Sul piano ambientale, inoltre, è intervenuto a supporto del MIMIT il MASE che, con decreto direttoriale n. 257 del 2 agosto 2024 Le Linee Guida, ha emanato della linee guida che forniscono chiarimenti e indicazioni per facilitare il percorso tecnologico e ambientale dei Data Center, permettendo agli operatori di effettuare procedure preliminari di "scoping" per ottimizzare i processi autorizzativi e ridurre le tempistiche.

Data Center: le azioni del MIMIT per attrarre gli investimenti

Fornita l'analisi di contesto dello sviluppo del mercato dei DC in Italia, il MIMIT illustra poi alcune azioni previste nell'ambito della Strategia, con l'obiettivo di rafforzare la centralità del Paese nel mercato dei Data Center.

Tra queste, anzitutto, l'identificazione chiara del segmento industriale con l'introduzione di una specifica destinazione d'uso e di un codice ATECO unico e specifico per i DC entro il 2027. Fondamentale è anche la semplificazione dei processi autorizzativi, indipendentemente dalla dimensione dei Data Center, e la creazione di normative adeguate e uniformi a livello nazionale con tempistiche certe. Inoltre, il dicastero guidato da Urso punta con la Strategia a individuare le migliori aree di sviluppo, continuare a investire nelle reti elettriche, sostenere la produzione di energia rinnovabile e tenere sotto controllo i prezzi dell'energia. Tra le azioni prioritarie, anche lo "sviluppo dei nuovi talenti", in particolare tramite la "costituzione di corsi ad hoc universitari sulle tematiche, ampiamente trasversali, relative alla costruzione e gestione dei Data Center".

In tale contesto, al fine di supportare gli investitori nell'individuazione delle aree di sviluppo per gli investitori migliori, il MIMIT ha già lanciato nel 2024 il portale investinitaly.gov.it, che include una sezione "opportunità localizzative". Questo portale è il primo passo di una mappatura che sarà potenziata con il Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (SINFI), un catasto di tutte le infrastrutture fisiche presenti sul territorio che supporta la velocizzazione dei processi realizzativi generando benefici economici nell’intera filiera. Potenziando le funzionalità del SINFI grazie all'introduzione di una sezione dedicata ai Data Center, il MIMIT prevede che in futuro il Sistema acquisisca dati specifici per rendere visibile sulla mappa se in una certa area siano presenti nelle vicinanze: approdi di cavi sottomarini, cabine dell'alta tensione, reti in banda ultralarga (fibra ottica) e mobili (5G), aree industriali o edifici utilizzabili, aree di generazione di energia da fonti rinnovabili, livelli di rischio sismico e idro geologico.

Consulta il documento sulla Strategia del MIMIT per i Data Center

La consultazione sulla Strategia per gli investimenti nel settore italiano dei Data Center

Obiettivo della consultazione pubblica sulla Strategia per l’attrazione in Italia degli investimenti industriali esteri in Data Center lanciata dal MIMIT è di raccogliere osservazioni, suggerimenti e proposte da parte di cittadini, imprese, istituzioni e altri soggetti interessati. 

Il contributo degli stakeholder, che deve prevedere una lunghezza massima di 300 caratteri, deve essere inviato entro il 16 agosto all’indirizzo email dgtel@pec.mimit.gov.it.. 

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