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Corte Conti UE: Imprese comuni europee, bilanci in ordine con qualche alert

 

Corte dei Conti UE Joint Undertaking - Foto di Mike van Schoonderwalt da PexelsAnche quest'anno la Corte dei Conti europea torna ad analizzare i bilanci annuali delle Imprese comuni europee (Joint Undertaking, in inglese), quelle partnership pubblico-private finanziate dai fondi europei e da partner privati per sostenere ricerca, sviluppo e innovazione in aree come i chips, il supercalcolo o l’idrogeno, solo per citarne alcune. Il giudizio è complessivamente positivo, con qualche distinguo. Alcune criticità emergono in relazione ai contributi dei partner privati non sempre in linea con quelli previsti e nelle difficoltà nell’esecuzione della dotazione operativa.

Cosa sono le partnership Horizon Europe?

È questa, in buona sostanza, la fotografia scatatta dalla Corte dei Conti UE sullo stato di salute delle 11 Joint Undertakings (JU) attualmente operanti, in un audit che ha analizzato i bilanci e il funzionamento di questi organismi per l’esercizio finanziario 2023. “Ancora una volta la Corte ha approvato i conti annuali delle Imprese comuni dell’UE, confermando un andamento positivo” ha dichiarato Ildikó Gáll-Pelcz, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Poiché le Imprese comuni contribuiscono alla competitività dell’Europa, con maggiori sforzi sarà possibile raggiungere un miglior rapporto fra costi e benefici”.

Come negli esercizi precedenti, anche quest’anno le criticità maggiori hanno riguardato Fusion for Energy (F4E), la JU responsabile del contributo dell’Europa al megaprogetto di reattore termonucleare sperimentale internazionale (ITER). Qualche fragilità è emersa anche per altre Imprese comuni come quella sul supercalcolo o sui chips.

Per approfondire: Cosa è emerso dalla revisione dello scorso anno sulle JU?

Cosa sono le Imprese comuni europee?

Sulla scia di quanto sperimentato nelle programmazioni passate, anche il QFP 2021-2027 prevede il finanziamento di una serie di partnership pubblico-private, dotate di personalità giuridica. Si tratta delle Joint Undertakings, dei partenariati tra l’UE - rappresentata dalla Commissione europea - e partner privati provenienti dal settore industriale e della ricerca e che, in alcuni casi, coinvolgono anche organizzazioni intergovernative e gli Stati partecipanti.

La principale missione delle JU è favorire la trasformazione delle conoscenze scientifiche in innovazioni d’avanguardia commerciabili nel quadro di una visione strategica condivisa. Inoltre, le Imprese comuni dovrebbero rispondere alle sfide sociali, laddove il settore industriale non riesca ancora ad affrontarle in misura soddisfacente.

Per fare ciò, le JU operano nell’ambito dei programmi pluriennali di ricerca e innovazione dell’UE (Horizon Europe e Digital Europe), adottando ciascuna la propria Agenda in materia di ricerca e innovazione (Strategic Research and Innovation Agenda, SRIA in inglese) nel rispettivo settore strategico, dandole attuazione attraverso inviti a presentare proposte o gare d’appalto.

Come già accennato, le JU attive in questo settennato sono 11 e coprono i seguenti settori: trasporti, energia, sanità, bioindustrie circolari, componenti elettronici fondamentali, supercalcolo e sistemi di rete. 

Nove operano all'interno di Horizon Europe e sono state istituite nel 2021. Di queste, sette erano già operative all’interno di Horizon 2020 e hanno "semplicemente" cambiato nome. Due invece (l’impresa comune Reti e servizi intelligenti - SNS e l’impresa comune Salute globale - EDCTP3) sono state create ex novo. A queste se ne aggiungono altre due istituite separatamente. Si tratta del Centro europeo di competenza per la cybersicurezza (ECCC) e dell’Impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo (EuroHPC).

Al di là del settore in cui operano o di quando sono state istituite, in ogni JU tutti i membri sono chiamati a contribuire alle relative attività di ricerca e innovazione. La Commissione fornisce contributi in denaro a valere sui programmi di ricerca e innovazione dell’UE per cofinanziare la SRIA specifica di ciascuna JU. I membri privati del settore dell’industria e della ricerca, invece, devono fornire sia un livello minimo di “contributi in natura alle attività operative” (IKOP) delle JU, sia dei “contributi in natura ad attività aggiuntive” (IKAA). 

Nella maggior parte dei casi, l’UE e i membri privati delle imprese comuni finanziano i costi amministrativi di queste ultime con il medesimo ammontare di contributi in denaro, ad eccezione di EuroHPC e Salute globale EDCTP3, per le quali il membro dell’UE (la Commissione) sostiene l’insieme di tali costi.

JU: qualche problema con i contributi dei privati

E proprio in relazione ai contributi dei privati, l'audit rilasciato oggi dalla Corte presenta un’analisi del loro andamento sia all’interno del precedente programma quadro sulla ricerca, Horizon 2020, che di quello attuale.

Ebbene, secondo le attese nell’ambito del QFP 2014-2020 i finanziamenti dell’UE per le imprese comuni (7,6 miliardi di euro) avrebbero dovuto attrarre contributi per 12,2 miliardi di euro (con un effetto moltiplicatore del 158 %) da parte di membri privati, Stati partecipanti e organizzazioni internazionali, per realizzare progetti di ricerca e innovazione del valore totale di circa 19,6 miliardi di euro.

Dalla relazione appena pubblicata emerge che alcune JU non conseguiranno i valori-obiettivo per i propri contributi entro il termine del programma Horizon 2020. Alla fine del 2023 (decimo anno del programma), infatti, le Imprese comuni mostravano livelli molto diversi di conseguimento dei valori-obiettivo fissati nei rispettivi regolamenti istitutivi in relazione ai contributi. CA, Clean H2 e EU-Rail avevano conseguito oltre il 100 % dei rispettivi valori-obiettivo per i contributi, principalmente perché i loro membri privati hanno contribuito anche ad attività aggiuntive al di fuori dei programmi di lavoro in materia di ricerca delle imprese comuni (IKAA). Altre JU, invece, hanno spiegato di aver conseguito tassi più bassi a causa della natura degli specifici settori di ricerca di cui si occupano, che necessitano di progetti di lunga durata (IHI ed EuroHPC); dei consorzi mondiali su larga scala che attuano i progetti (IHI); delle scarse possibilità di fornire contributi per i partner privati (EuroHPC); infine, del fatto che gli Stati partecipanti contabilizzano e comunicano i propri costi solo al completamento dei progetti sostenuti (Impresa comune Chip).

A preoccupare nella situazione attuale è, in particolare, EuroHPC che nell’ambito del QFP 2021-2027, prevede valori-obiettivo per i contributi dei membri privati più che raddoppiati rispetto al settennato precedente (in aumento da 420 milioni di euro a 900 milioni di euro). Secondo la Corte, se i meccanismi di finanziamento di questa JU dovessero rimanere invariati, EuroHPC non raggiungerà il valore-obiettivo per i contributi dei membri privati, mettendo così a repentaglio il conseguimento degli obiettivi di programma generali della JU per il periodo 2021-2027.

Rimanendo nell’ambito del QFP 2021-2027, i finanziamenti dell’UE per le Imprese comuni (17 miliardi di euro) dovrebbero attrarre contributi per 21,1 miliardi di euro (con un effetto moltiplicatore del 124 %) da parte di membri privati, Stati partecipanti e organizzazioni internazionali per realizzare progetti di ricerca e innovazione del valore totale di circa 38,1 miliardi di euro. Ebbene, la Corte rileva che finora le JU hanno conseguito in media il 16 % dei valori-obiettivo per i contributi dei propri membri.

Un dato che va letto in combinato disposto con le difficoltà incontrate nell’esecuzione della dotazione operativa per il 2023, in molti casi inferiore al 70%, a cui però è corrisposta la richiesta di ulteriori contributi finanziari all’UE a livelli notevolmente superiori all’importo necessario per far fronte ai pagamenti previsti nell’anno. Di conseguenza, le JU hanno accumulato eccedenze, pari a circa 1,5 miliardi di euro, che non erano a disposizione dell’UE per finanziare altre attività dell’Unione nel 2023. Tale pratica - secondo la Corte - indica carenze nella pianificazione della tesoreria di tali Imprese comuni che nello specifico sono: la JU CA, la JU Chips e EuroHPC.

Le valutazione della Corte Conti UE sui livelli di rischio delle Joint Undertakings 

Secondo l’audit i conti annuali 2023 per tutte le JU, ad eccezione dell’Impresa comune Fusion for energy (F4E), sono stati stabiliti nel quadro di meccanismi di back-office creati nel 2022 per i servizi contabili. La Corte ha pertanto ritenuto che il rischio connesso all’affidabilità dei conti sia basso in genere. A livello medio di rischio arrivano solo le JU SNS e EDCTP3, a causa del trasferimento di stanziamenti e attivi di bilancio dalla Commissione al decorrere della loro autonomia finanziaria.

Anche il rischio per la legittimità e regolarità delle spese amministrative è stato giudicato complessivamente basso, fatta eccezione per SNS ed EDCTP3, che sono state sottoposte ad audit per la prima volta nel 2023, nonché per EuroHPC e la JU Chips, che hanno assunto rapidamente un gran numero di effettivi per attuare il mandato e le attività rafforzati nell’ambito del QFP 2021-2027.

E proprio a causa del notevole aumento delle dotazioni finanziarie operative da eseguire in tempi brevi e con risorse umane relativamente limitate, per le JU EuroHPC e Chips il rischio per la gestione del bilancio è stato classificato come medio. Tale tipologia di rischio è stato valutato di livello medio anche per F4E, a causa dei potenziali ulteriori ritardi e aumenti dei costi per il progetto ITER, in conseguenza del nuovo scenario di riferimento previsto e di fattori importanti che esulano dal controllo dell’impresa comune, come le necessarie riparazioni di componenti del progetto ITER, i cambiamenti di impostazione e la temporanea cessazione delle attività di assemblaggio).

Nel caso infine dell’attuazione dei programmi, per la JU EuroHPC il rischio è stato giudicato elevato, in quanto - come già accennato -le sue modalità di finanziamento per le sovvenzioni potrebbero non consentire ai membri privati di raggiungere il valore-obiettivo minimo dei contributi nel quadro dei programmi Horizon Europe e Digital Europe. È stato giudicato elevato anche per la JU CBE, in quanto i membri privati fanno ampio ricorso ai contributi per attività aggiuntive. Per tutte le altre Imprese comuni, invece, il rischio è stato considerato basso.

Per maggiori informazioni, consulta il report della Corte dei Conti UE

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